XIII Cappella – Discesa dello Spirito Santo
Dopo un tornante e un cambio di direzione lungo il viale si raggiunge la tredicesima cappella nella quale è rappresentata la Discesa dello Spirito Santo. A pianta ottagonale, sorge su un piccolo spiazzo circolare, a fianco del viale che porta al Santuario. Misura internamente circa otto metri per sette e, al centro del prospetto principale, presenta una finestra con cornice in pietra e un’apertura quadrangolare da cui si accede all’interno.
La costruzione dell’edificio è da collocare nella seconda metà del Seicento come indica un documento di pagamento nel dicembre 1664 al pittore Giovan Paolo Recchi per gli affreschi.
La cappella è stata restaurata esternamente fra il 2008 e il 2009 mentre gli interni sono stati completati nel 2013.
La Discesa dello Spirito Santo
La raffigurazione è articolata in trentadue statue in terracotta eseguite da Agostino Silva in collaborazione con la sua bottega negli anni 1664-1665. A quegli stessi anni risale anche la decorazione pittorica ad affresco che ricopre le pareti e la volta, affidata a Giovan Paolo Recchi e la data 1664 è riportata nei documenti che attestano l’avvenuto pagamento delle spettanze del pittore.
La scena all’interno della cappella è magistralmente scandita in due parti: la dimensione terrena e quella celeste. Si rivela sapiente la regia messa in atto da Giovan Paolo Recchi, attraverso la creazione di uno sfondato prospettico che dilata ulteriormente lo spazio a disposizione, consentendo alle numerose statue di non apparire troppo affollate.
Maria, con la fiamma dello Spirito Santo sulla testa e affiancata da due pie donne, è seduta su una panca al centro di un semicerchio su un gradino rialzato e dietro di lei si apre un portico illusionistico che amplifica ulteriormente l’ambiente. I dodici apostoli sono disposti a semicerchio, sei per lato, ognuno ben caratterizzato fisiognomicamente. Nella parte alta dei pilastri e sul cornicione d’innesto della cupola di susseguono angeli di diverse età e dimensioni: bimbi sgambettanti seminudi, musici, giovani dalle vesti fluttuanti, morbidamente plasmati, si confondono con quelli dipinti, in prossimità della colomba dello Spirito Santo.
Da notare sulla parte retrostante di alcune statue le firme che documentano i restauri eseguiti.
La ricca decorazione interna del volume architettonico, segue un gusto tipico della metà del XVII secolo, impreziosito da un complesso linguaggio simbolico che anima i differenti aspetti dell’arte plastica. L’esecuzione di questa nuova commessa portata a termine da Agostino Silva dovette tuttavia attendere due anni prima di essere saldata, a causa delle rendite economiche del Santuario.
Per l’esecuzione delle pitture parietali è probabile che Giovan Paolo Recchi si sia a tratti avvalso della collaborazione del fratello, con il quale in quel medesimo anno stava dipingendo la tela della Resurrezione di Lazzaro oggi conservata nella chiesa parrocchiale di Chiggiogna in Canton Ticino.
In occasione del decimo anniversario dell’inserimento del Sacro Monte di Ossuccio nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO, nel 2013 sono stati inaugurati i restauri degli apparati decorativi della tredicesima cappella.
Ultimo aggiornamento: 28 Giugno 2017 [cm]