XIV Cappella – Assunzione della Madonna
ul viale dopo un tornante si raggiunge la quattordicesima cappella, ultima del percorso devozionale, prima del Santuario. Da qui, mostrando le spalle all’edificio, si può godere di una vista incantevole che, seguendo il percorso fatto sinora, sconfina fino al lago. L’edificio, a pianta ottagonale, misura circa sei metri per sei ed è scandito da lesene con basi e capitelli in pietra. Il prospetto principale presenta una finestra ed un portale con elegante cornice in pietra con soprastante timpano spezzato.
Questa cappella mostra chiaramente una composizione architettonica più curata, che forse trova spiegazione anche nell’affezione al culto mariano da parte dei religiosi cappuccini. Malgrado queste incertezze storico-critiche è noto che questo volume architettonico fu realizzato grazie al contributo economico della comunità di Sala.
La data di costruzione dell’edificio non è nota anche se è indicata come cappella antica in un documento del 1714.
Comunque questa cappella, come molte altre del Sacro Monte, si può ritenere conclusa nel 1665. La sua edificazione, dunque, appartiene alla seconda fase edilizia del complesso architettonico che si era anche strutturato per facilitare la raccolta delle offerte per la sua realizzazione.
A questo periodo appartengono le ultime sette cappelle, dalla numero VIII alla XIV, tutte edificate nel settimo decennio del XVII secolo. Esse seguono la realizzazione delle prime tre cappelle e precedono la realizzazione delle rimanenti strutture, escludendo la quarta cappella, sulla quale non vi sono ancora consolidate proposte cronologiche.
L’Assunzione della Madonna
La cappella dedicata al quarto mistero glorioso del Rosario, l’Assunzione in cielo della Vergine.
Custodisce ventidue statue: al centro della parete di fondo, appesa a metà altezza, vi è la statua della Madonna che si accinge ad ascendere al cielo circondata da angeli e teste di cherubini. A terra invece scrutano stupiti il sepolcro vuoto della Vergine i dodici apostoli disposti attorno al sarcofago. Completano la scena gli affreschi sulle pareti che rappresentano una quadratura architettonica entro la quale si scorge una immagine che sembra raffigurare il santuario di Ossuccio. Sulla volta invece è dipinto, da un artista ignoto, ma probabilmente coevo al plasticatore, il Padre Eterno attorniato da un concerto di angeli musicanti nell’atto di accogliere la Madonna.
Sulla schiena di una statua si legge l’iscrizione F.co S.va (Francesco Silva) 16 F 65 (fecit in 1665). Il nome ha creato qualche imbarazzo alla critica, dal momento che non poteva trattarsi del capostipite della dinastia ticinese, deceduto presumibilmente nel 1641, e nemmeno del figlio di Agostino, nato solo nel 1660. Come spesso accadeva all’interno delle botteghe le omonimie erano piuttosto frequenti, quindi potrebbe trattarsi di un collaboratore, sinora poco documentato.
Osservando le statue si denota una certa discrepanza con quelle realizzate da Agostino, il cui linguaggio compositivo si rivela più fluido e disinvolto. L’esecutore certamente interiorizza l’insegnamento del capo bottega, tanto da decidere di impostare la scena esattamente come nella dodicesima e tredicesima cappella, distinguendo la dimensione terrena da quella celeste, ma con esiti meno felici.
Ultimo aggiornamento: 28 Giugno 2017 [cm]