Macchina per scrivere per non vedenti ideata da Michele Barozzi
La prima macchina per scrivere ideata da Barozzi fu fatta costruire secondo sue indicazioni in due esemplari nel 1847 dal macchinista Carlo Radice “con 23 tasti come un cembalo, con n. 23 aste grosse e lunghe per il carattere in rilievo, ed altrettante in acciaio per il carattere corsivo formanti due crespini ove lavorano tutte le aste a un punto di centro…”, per il costo di L. 500 , come testimoniano le carte d’archivio.
La macchina successiva, costruita nel 1848 da Giovanni Battista Marchesi di Lodi (1807-1870) grazie anche ai suggerimenti del fondatore, risultò da subito molto innovativa tanto che fu premiata nel 1851 dal Giurì dell’Esposizione di Londra con medaglia di II Classe. Era congegnata per poter scrivere sia con caratteri ad inchiostro che con caratteri in rilievo ed era dotata di punzoni ribaltabili, che da una parte riportavano le lettere minuscole, dall’altra le maiuscole, quindi particolarmente adatta all’utilizzo dei ciechi.
L’ideazione valse al Marchesi anche il brevetto di “Socio del grande Istituto delle Arti Unite” che nasceva proprio in quell’anno per opera del Governo inglese .
Ultimo aggiornamento: 3 Febbraio 2020 [cm]