Comunicazione per immagini. La fotografia come icona dell’orrore
All’apertura dei campi gli Alleati si trovarono di fronte a qualcosa che andava oltre ogni possibile immaginazione, allo shock di uno scempio indicibile. Ricorsero quasi subito all’immagine, per poter cercare di comunicare quello che le sole parole non potevano raccontare: furono la fotografia, i filmati a mostrare per la prima volta, perché non si sapeva dire ciò che non si poteva dire. Vedere fu una prima forma di conoscenza.
Dall’aprile 1945 la presa di coscienza collettiva dei campi fu quindi di tipo emotivo, le immagini che circolavano divennero in maniera indistinta icone dell’orrore, generando non solo un senso di smarrimento in chi le guardava, ma anche una serie di storici fraintendimenti. Nell’orrore generale, per esempio, si persero di vista le differenze tra campo e campo e con esse le diverse storie di deportazione.
Ultimo aggiornamento: 28 Ottobre 2020 [cm]