La partecipazione
DELLE SCUOLE
Fin dal 1989 il Parco Nord Milano offre un Servizio di Educazione Ambientale che coinvolge ogni anno alcune migliaia di bambini e ragazzi delle scuole primarie e secondarie in percorsi di scoperta e avventura nel Parco, grazie in particolare all’educatore Massimo Urso.
Il servizio ogni anno lavora insieme alle scolaresche su un tema portante e con una metodologia didattica che si è via via affinata anche grazie alle nuove tecnologie. L’obiettivo è quello di aprire una relazione profonda tra il bambino e il giovane albero, che crescendo insieme nello stesso territorio possono riconoscersi e attraversare stati di equilibrio paralleli. Il servizio, in ultima analisi, mira a far divenire il Parco un elemento della quotidianità del bambino prima, del cittadino poi.
La crescita diventa così parola chiave di un percorso di ricerca e di rilevamento ambientale e sentimentale: andare alla scoperta delle piante e degli animali presenti nel Parco, ma anche dei compagni della classe, dell’insegnante, delle relazioni molteplici che si possono instaurare tra umanità e natura.
Nel tempo l’offerta formativa per le scuole è stata fortemente ampliata, arrivando a costruire un catalogo di attività vario e interdisciplinare, e allargata ai contesti educativi non formali dell’extrascuola, come centri estivi, centri di aggregazione giovanile, centri per disabili, corsi sulle tematiche ambientali, laboratori per famiglie e incontri.
Ad oggi il Parco può vantare una vera rarità nel campo dell’educazione ambientale in Italia: il racconto puntuale giorno dopo giorno, classe dopo classe, di ciò che “il parco ha lasciato ai bambini” e di ciò che “i bambini hanno lasciato al Parco”, con testi, disegni e foto; moltiplicando questo metodo per tutte le centinaia di uscite realizzate in un anno e per oltre una ventina di anni scolastici, ne consegue un sito di impressionante valore e profondità: www.teleparconord.it.
DEI CITTADINI
Il Parco si è affermato ed è diventato credibile sul territorio grazie al fatto che ha fin dall’origine attuato una strategia comunicativa di tipo “relazionale”, coinvolgendo cioè ogni giorno i cittadini in attività organizzate o spontanee. Questa capacità di tenere una regia culturale via via che il parco cresceva ha consentito di far partecipare attivamente i cittadini ad un processo lungo e continuativo di “crescita del parco”, al di là del singolo evento.
Anche gli orti sociali sono stati nel tempo una iniziativa di formidabile importanza, sia come luogo aggregativo soprattutto per gli anziani, sia come attrattore di consenso verso il Parco: da un lato si dimostrava nei fatti che il Parco riusciva a riportare l’ordine e la fruibilità, ripulendo e bonificando le aree dove erano sorti illegalmente orti spontanei e baracche, dall’altro, costruendo gli orti sociali, dava una risposta positiva alla necessità di coltivare, di avere uno spazio proprio dove sperimentare o ritornare al rapporto con la terra che molte persone, spesso immigrati dal sud o dal nord-est durante gli anni ‘50 e ‘60, esprimevano.
Esiste uno specifico momento annuale molto sentito dalla comunità: la Festa del Parco. La prima edizione risale al 1989 e proponeva un programma articolato in due giorni di eventi e di momenti ricreativi aperti alla cittadinanza, in collaborazione con i dipendenti del Parco, le Guardie ecologiche volontarie, l’Associazione Amici del Parco, le scuole e tutte le altre realtà associative e istituzionali vicine al parco. Durante questo evento rituale i cittadini possono “toccare con mano” lo stato di avanzamento dei lavori di costruzione del Parco e il suo ruolo sociale e aggregativo.
Cuore pulsante della Festa è sempre stato lo Spazio Bambini, organizzato dal settore di educazione ambientale insieme alle scuole, in cui viene mostrato in modo ludico e didattico anche lo stato di avanzamento della “cultura del parco” con mostre, laboratori, giochi, visite guidate.
Il Parco, a distanza di anni, continua a organizzare eventi che hanno sempre un riscontro positivo da parte della comunità e coinvolgono un bacino di utenza di tutta l’area metropolitana. A partire dal 2007, i momenti di festa sono stati estesi a numerose domeniche primaverili e estive, con eventi sportivi, dimostrazioni, incontri, spettacoli tra cui il noto festival della Biodiversità (www.fetivalbiodiversita.it)
DELLE GUARDIE ECOLOGICHE VOLONTARIE
Oggi possiamo affermare che il Parco non sarebbe stato lo stesso se non ci fosse stato il Servizio Volontario di Vigilanza Ecologica a presidiarlo, preservarlo e animarlo. Fin dal 1990 le prime Guardie Ecologiche hanno svolto senza compenso attività di tutela ambientale e presidio del territorio aiutando concretamente l’allora esigua struttura operativa nella costruzione di alcune aree del Parco.
Negli anni il gruppo è cresciuto fino a raggiungere le attuali 150 Gev, Guardie Ecologiche Volontarie e si è specializzato anche in compiti di vigilanza dei regolamenti del Parco, di monitoraggio, di salvaguardia della biodiversità, di educazione ambientale e di protezione civile.
In particolare vanno ricordate le numerose azioni di monitoraggio degli ecosistemi naturali, la posa e la cura di nidi artificiali per diverse specie di uccelli e pipistrelli, il salvataggio del rospo smeraldino nei periodi di siccità, la cura del “boschetto GEV”, vero e proprio scrigno di biodiversità del Parco.
Nello svolgimento delle loro funzioni il Servizio Gev si coordina con il Servizio Vigilanza dei guardaparco, con la Polizia di Stato a cavallo, le cui scuderie sono ospitate nella Cascina Centro Parco, e con le altre forze dell’Ordine e Polizia locale presenti sul territorio. Il loro Responsabile, Erminio Capelloni, è stato insignito del titolo di Cavaliere del Lavoro dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano proprio per i suoi meriti nell’ambito del volontariato ambientale.
Ultimo aggiornamento: 8 Marzo 2021 [cm]