Gli anni 1920 – 1940
1919-1925
Nel 1919 il Palazzo Reale viene venduto dai Savoia allo Stato, che successivamente, attraverso una convenzione, ne trasferisce la proprietà al Comune. La destinazione prevista per il complesso, oltre che sede degli uffici comunali è quella di Museo delle Arti Applicate e dell’Industria. Iniziano in questo periodo le ipotesi per regolarizzare la parte meridionale della Piazza del Duomo prevedendo l’abbattimento del corpo quattrocentesco della Manica Lunga.
1924, Cleopatro Cobianchi
Nel sottosuolo di via Silvio Pellico viene costruito il primo albergo diurno di Milano dall’imprenditore bolognese Cleopatro Cobianchi che negli anni ’20, crea, in diverse città italiane, i primi alberghi diurni con l’intento di offrire “a chi viaggia e a chi non viaggia” un servizio di bagni pubblici. Lo spazio milanese è fortemente caratterizzato da decorazioni, arredi e finiture tipiche del liberty e dell’art decò e, come gli analoghi progetti nelle altre località italiane, è concepito come ambiente di lusso con alti standard igienici, simili ai moderni centri benessere, in cui venivano offerti diversi tipi di servizi dalle stanze da bagno, docce gabinetti a barbieri, pedicure, manicure fino alla presenza di cabine telefoniche, di punti di rivendita di biglietti ferroviari, di noleggi di ombrelli o di negozi per la manutenzione di cappelli.
1926 – Ernesto Belloni
Il podestà Ernesto Belloni attuando il programma del governo fascista abolisce il “carosello dei tram” in piazza del Duomo, tra lo sconcerto e le polemiche dei milanesi: è la fine della sequenza omnibus-tram a cavalli e tram elettrici convergenti nella piazza che, sin dal 1893, anno dell’inaugurazione della prima linea tramviaria elettrificata, è diventata presto una solida tradizione negli usi cittadini
1926-1927, Piero Portaluppi, Marco Semenza
Il 1 ottobre 1926 viene bandito il concorso per il “Piano Regolatore e d’Ampliamento” e alla chiusura del concorso il 1 aprile 1927 sono 25 i progetti partecipanti. Viene decretato vincitore il progetto “Ciò per amor” di Piero Portaluppi e Marco Semenza, al secondo posto “Forma Urbis Mediolani” del Gruppo degli Urbanisti Milanesi (Alberto Alpago Novello, Tommaso Buzzi, Ottavio Cabiati, Giuseppe De Finetti, Guido Ferrazza, Ambrogio Gadola, Emilio Lancia, Michele Marelli, Alessandro Minali, Giovanni Muzio, Piero Palumbo,Giovanni Ponti, Ferdinando Reggiori) e al terzo “Nihil sine studio” di Cesare Chiodi e Giuseppe Merlo.
Nel progetto vincitore di Portaluppi-Semenza sono contenute anche due soluzioni per la sistemazione della piazza del Duomo e gli edifici circostanti.
Viene istituito un ufficio urbanistico comunale diretto da Cesare Albertini per la stesura definitiva del Piano Regolatore che viene però approvato dopo sei anni, nel 1933.
1927-1928, Alessandro Mazzucotelli
Realizzazione dei lampioni in ferro battuto in stile liberty, ad opera del fabbro-scultore Mazzucotelli, per l’illuminazione e l’ornamento della piazza del Duomo
1929 – Piero Portaluppi
Realizzazione del nuovo sagrato del Duomo e della pavimentazione della piazza in granito e marmo con disegni geometrici secondo il disegno del progetto di Piero Portaluppi.
1930-1936 Mario Bacciocchi, Ottavio Cabiati, Aldo Zacchi
Negli anni ’30 la piazza del Duomo è ancora avvertita come una questione irrisolta: la mancata realizzazione del palazzo dell’Indipendenza lascia aperto il tema delle dimensioni e del fondale; l’incompiuto completamento monumentale della Manica Lunga del palazzo Reale con la Loggia Reale ne lascia incompiuto il fianco meridionale e irrisolta la variazione angolare con il sistema stradale di origine romana. Il nuovo piano Regolatore varato nel 1933 deve tenere conto di queste problematiche e la sitemazione della piazza del Duomo prevista dal progetto comunale, simile alla proposta Portaluppi-Semenza, prevede lo sventramento della zona meridionale della piazza, sollecitato da forti pressioni speculative, con l’abbattimento della Manica Lunga e l’inserimento di nuovi isolati orientati secondo l’asse nord-sud, imperniati su una nuova piazza lunga e stretta (la futura piazza Diaz).
Dopo diverse polemiche e la formazione di diverse Commissioni (nel 1930 e nel 1933) preposte al controllo delle proposte progettuali, nel 1934 il podestà Visconti di Modrone bandisce un concorso per la realizzazione di un fabbricato a torre da erigere nell’area della Manica Lunga, collegato con il palazzo Reale e con funzione di Arengario cittadino. Tra i cinquanta concorrenti la giuria ne selezione tre (Baciocchi, Cabiati, Zacchi) senza indicare nessun vincitore, ma nel 1936 inizia comunque la demolizione della Manica Lunga.
1937-1939 – Enrico Agostino Griffini, Piergiulio Magistretti, Goivanni Muzio, Piero Portaluppi
Nel 1937 viene bandito dal podestà Guido Pesenti un nuovo concorso su tre temi principali: loggia-Arengario, dove deve essere collocato anche il Sacrario ai Caduti della Rivoluzione, sul luogo della demolita Manica Lunga; completamento dei Portici meridionali con un edifiicio simmetrico al primo; trasformazione della parte prospiciente la facciata della cattedrale con la costruzione di un grande palazzo delle Corporazioni. Dei 23 progetti presentati, solo quattro passano alla gara di secondo grado: sono quelli elaborati da Marcello Canino, dal gruppo Griffini-Magistretti-Muzio-Portaluppi, da Filippo Maria Beltrami e da Mario Bacciocchi. Nel mese di luglio 1938 la giuria dichiara vincitore del concorso per la sistemazione della piazza del Duomo il gruppo costituito dagli architetti Griffini-Magistretti-Muzio-Portaluppi.
Il progetto non prolunga i portici meridionali del Mengoni, proponendo due corpi gemelli caratterizzati da aperture architravate nel gusto della monumentalità romana, che, alti più di otto metri rispetto alla cortina mengoniana, determinano un fondale contrapposto all’arco della Galleria e segnano il passaggio sulla via Marconi e l’ingresso alla piazza Diaz. Il 1 febbraio 1939 inziano i lavori per la costruzione dell’Arengario che, interrotti a causa del conflitto bellico, si protraggono fino al 1956. Intanto viene abbandonata ogni iniziativa a riguardo della costruzione del palazzo prospicente il Duomo che avrebbe dovuto costituire il fondale della piazza, che rimane dunque irrisolto.
1939 – Vico Viganò
Nell’ottobre 1939 Mussolini dà personalmente l’approvazione al progetto del pittore Vico Viganò per la costruzione di un campanile per il Duomo, una torre in stile gotico alta bel 164 metri. La proposta, che si inserisce ulteriormente nella tormentata storia dell’assetto di piazza del Duomo, viene presto abbadonata.
Ultimo aggiornamento: 1 Febbraio 2017 [Codex]