La storia dell’azienda
Francesco Cassani nasce il 20 aprile 1906 a Vailate, nei pressi di Cremona, da Paolo e Luigia Rocchi. Il padre è titolare di un’officina meccanica che già da due generazioni produce macchine agricole e che durante la prima guerra mondiale rifornisce di proiettili l’Esercito e la Marina. Collabora insieme al fratello minore, Giovanni Eugenio, nato nel 1909, all’attività familiare, frequentando studi serali presso istituti di istruzione tecnica a Milano. Nel 1920 la famiglia trasferisce l’officina da Vailate a Treviglio, in provincia di Bergamo, acquisendo anche una fabbrica di ghiaccio. Alla morte del padre, nel 1932, Francesco interrompe gli studi ed eredita la responsabilità dell’azienda.
La prima trattrice agricola diesel al mondo
Nel 1927, anche grazie alla collaborazione tecnica e finanziaria delle Officine Barbieri di Bologna, i fratelli Cassani realizzano e presentano ufficialmente presso l’Istituto agrario Cantoni di Treviglio un modello di trattrice agricola azionata con motore diesel. La motoaratrice Cassani 40 offre agli acquirenti di mezzi agricoli i vantaggi caratteristici del motore diesel, del quale, dalla fine degli anni Venti, si andava studiando l’applicazione a veicoli industriali, militari e a motrici ferroviarie.
Gli anni Trenta : tanti progetti diesel
Le ricerche di Cassani proseguono quindi a partire dal 1932 e nel corso degli anni Trenta nell’ambito dei primi motori diesel veloci. Un primo modello di motore Cassani trova applicazione, in sostituzione del motore a benzina, su un autocarro Fiat già in dotazione dell’esercito, e viene prodotto in associazione con l’UTITA, presieduta dal barone Alberto Fassini.
Un secondo prototipo, montato sul motoscafo Este I, che si aggiudica la coppa Duca di Genova nel raid Venezia-Trieste-Venezia nel 1934, apre un nuovo fronte di applicazione: i motori marini. Nel 1937 Cassani ottiene inoltre dall’Aeronautica un ordinativo per tre motori veloci di un nuovo tipo di motore a otto cilindri a revolver da lui progettato, particolarmente leggero e adatto all’impiego in aviazione.
I motori pre-serie vengono realizzati presso la Odero Terni Orlando di La Spezia, ma l’installazione e l’impiego sono bloccati nel 1940 in seguito all’entrata in guerra dell’Italia.
La sperimentazione tecnica di Cassani sui motori diesel si concentra parallelamente anche sul processo di iniezione, e in particolare sulle pompe. Nel 1936 i fratelli Cassani costituiscono la SPICA (Società pompe iniezioni Cassani) per la produzione dei modelli da loro progettati e realizzati: dapprima provate dalle principali case automobilistiche e poi immesse sul mercato italiano e adottate anche dall’Esercito per i propri autocarri, le pompe interrompono il monopolio fino ad allora detenuto dalla tedesca Bosch.
Un accordo del 1938 determina l’ingresso nella società dell’ammiraglio Arturo Ciano e dell’imprenditore livornese Luigi Orlando. A seguito dell’accordo e in cambio di un compenso i fratelli Cassani cedono macchinari, attrezzature e tutti i brevetti e la produzione fu trasferita da Treviglio a Livorno.
La nascita della SAME e l’immediato dopoguerra
Nel 1942 i fratelli Cassani costituiscono a Treviglio la SAME (Società accomandita motori endotermici) e iniziano la produzione di piccoli motori industriali orientati a sostenere le attività messe in crisi dalla guerra.
Nel 1946 la SAME presenta alla Fiera di Milano una prima autofalciatrice a tre ruote, con sedile reversibile, al cui motore, alimentato a petrolio, è possibile collegare altri macchinari e attrezzature agricole. Sviluppa così il primo «trattore universale» con cui la SAME affronta il mercato dell’immediato dopoguerra.
Dal dopoguerra la Società prosegue l’ attività di messa a punto di nuovi brevetti applicati ai trattori: è il caso del raffreddamento ad aria. Nel 1952 Cassani brevetta inoltre le quattro ruote motrici che diventano il segno distintivo della SAME e le permettono di entrare tra i big del settore.
Il 1956 segna un importante punto di svolta nelle vicende della SAME, con l’apertura del nuovo stabilimento di Treviglio, dotato di tre catene di montaggio. Dei primi anni Cinquanta è la produzione di una intera serie di motori, da uno a otto cilindri, realizzati con parti totalmente intercambiabili.
Nel 1959 la SAME produce 50 trattori al giorno, ha una filiale in Francia e prosegue nell’attività di ricerca e sviluppo di nuovi brevetti e prodotti. In quello stesso anno prende avvio la produzione della «stazione automatica di controllo SAME», un gruppo idraulico che governa gli attrezzi collegati alla trattrice, controllandone e regolandone l’azione attraverso un sistema di molle e leve coordinate da un quadro posto sotto il volante di guida.
Gli anni Sessanta e Settanta, non solo trattori
Nei primi anni Sessanta l’Italia sta vivendo la grande esperienza della motorizzazione di massa e per quanto riguarda la SAME sono gli anni in cui nasce un progetto molto ambizioso: il Samecar. Il 3 marzo 1961, sul campo della Scuola Sperimentale di Agricoltura delle Capannelle a Roma, Francesco Cassani assiste, in compagnia di Mariano Rumor, ministro dell’Agricoltura, alla prima uscita ‘ufficiale’ del Samecar.
L’eco è notevole: la televisione e i giornali parlano del nuovo “trattore che lavora la terra e trasporta i prodotti”. Le brochure parlano di comfort fino ad allora impensabili per un ‘trattore’: lunotto panoramico, tergicristallo, vetri scorrevoli e regolabili, cabina (che si può smontare interamente) dotata di poltroncine in gommapiuma, riscaldamento e persino una rudimentale forma di aria condizionata.
Cassani crede così profondamente in questa macchina che decide di estendere la gamma anche a portate superiori e progetta il Samecar Elefante che è un vero autocarro.
La SAME presenta inoltre alla fiera di Verona del 1965 i nuovi motori a V ed i trattori Italia V, Atlanta, Sametto V e 450 V ed i modelli Ariete, Centauro, Leone nel 1966 e Minitauro nel 1968. Cambia il design delle nuove carrozzerie, dalle tradizionali linee dei cofani tondi a quelli più squadrati.
Verso la fine degli anni Sessanta l’espansione varca i confini del continente: in Africa il vantaggio congiunto delle quattro ruote motrici, del raffreddamento ad aria, dei criteri costruttivi estremamente semplici e della solidità strutturale diventano la base di un notevole successo.
Lo stesso avviene in Australia. In pochi anni le foto dei calendari distribuiti dai rivenditori si popolano di farmer esotici alla guida dei trattori SAME tra le montagne dell’Afghanistan come nelle fattorie del Minnesota, alle porte del deserto algerino come nelle regioni semitropicali dell’Angola e del Mozambico. Un contratto importante viene firmato dalla SAME con Cuba: si tratta di un ordine di 2.000 trattori.
Il boom degli anni ’70. La famiglia si allarga
Con l’acquisto della LAMBORGHINI TRATTORI, avvenuto nel 1973, il Gruppo non soltanto si arricchisce di un marchio prestigioso, che piace al mercato, ma anche di nuovi progettisti. Acquisisce tecnologie complementari, come i cingolati e i cambi completamente sincronizzati, che la LAMBORGHINI ha introdotto per prima sul mercato.
Nel 1978 al Gruppo viene offerta l’opportunità di una nuova acquisizione di prestigio, questa volta in Svizzera: la Hürlimann Traktoren , uno dei pionieri svizzeri del trattore considerata dagli agricoltori svizzeri la Rolls Royce dei trattori.
Nel 1979 a seguito delle acquisizioni la ragione sociale diventa SAME LAMBORGHINI HÜRLIMANN (SLH), secondo costruttore di trattori italiano e uno dei primi sul mercato mondiale.
Dagli anni Ottanta alla fine del secolo
Agli inizi degli anni ’80 vengono rinnovate le linee dei motori e dei cambi, e introdotti nuovi modelli. In particolare la nuova serie Explorer si rivelerà uno dei prodotti di maggiore successo della storia del Gruppo. È il primo trattore prodotto in Italia a raggiungere una velocità di 40 km all’ora ed è anche l’unico dotato di frenatura integrale sulle 4 ruote.
Il Gruppo SLH consolida la sua presenza sul mercato francese, spagnolo, britannico e tedesco. Vengono aperte anche filiali in Usa, Australia e Sudafrica.
Nei primi anni Ottanta le avvisaglie della crisi economica che investe l’Europa hanno ripercussioni anche sul Gruppo di Treviglio.
A partire dal 1995 il Gruppo acquisisce la DEUTZ-FAHR Agrartechnik: nasce SAME DEUTZ-FAHR aprendo la possiblità di affrontare i nuovi scenari che si stanno delineando in seguito al radicale cambiamendo della geografia dei mercati soprattutto verso l’Asia.
Le attività vengono concentrate in Germania in una sola unità produttiva a Lauingen in Baviera e già nel 1998 la nuova serie di trattori Agrotron MK3 viene prescelta da una giuria di esperti come il ‘trattore tedesco dell’anno’.
Nel campo dei trattori il Gruppo decide di entrare con il marchio GRAVES TRACTOR e un ruolo di primo piano sul mercato indiano delle macchine agricole, dando vita ad un importante insediamento industriale a Ranipet nello stato di Tamil Nadu, nel sud dell’India.
L’Azienda, nel corso del 2003, diventa l’azionista di riferimento di DEUTZ AG, tra i maggiori costruttori indipendenti nel mercato dei motori diesel industriali e seguendo le dinamiche dell’economia globale e il peso che stanno assumendo i nuovi mercati e le economie emergenti sta investendo fortemente in Russia, in India e in Cina.
Nel 2005 il gruppo acquisisce in Croazia un’azienda produttrice di mietitrebbie fondata nel 1982 che si avvale dello sviluppo tecnologico del marchio DEUTZ-FAHR. Dal lontano 1870 quando si costituì la società Kodel Bohm per la costruzione di trebbiatrici, mietitrici e falciatrici a trazione animale ai nostri giorni, con l’uso dei comandi a pulsante e joystick e dei monitor dei computer di bordo e la possibilità di utilizzare sistemi di “precision farming” guidati da mappe satellitari, si misura l’impetuoso sviluppo della meccanizzazione agricola che ha contribuito in modo decisivo al progresso dell’agricoltura.
La recente acquisizione del settembre del 2011 della società francese GRÉGOIRE, leader mondiale nella produzione e distribuzione di macchine specialistiche per la raccolta di olive e uva, completa la già ampia gamma specialistica.
Ultimo aggiornamento: 24 Novembre 2020 [Claudia Corvi]