La realizzazione della rete ferroviaria Milano-Asso
Il primo progetto di edificare una tratta ferroviaria che collegasse alcuni comuni della Brianza compresi tra Milano ed Asso fu avanzato negli settanta del XIX secolo e fu discusso animatamente per numerosi anni all’interno delle singole amministrazione comunali. Molti imprenditori consideravano infatti indispensabile provvedere a rapidi e moderni collegamenti delle cittadine poste nella fascia nord occidentale di Milano, interessata da un forte sviluppo industriale, trascinato dall’economia manifatturiera.
Nell’aprile del 1876 le amministrazioni comunali di alcune cittadine briantee ricevettero la proposta da parte della ‘The Milan Tramway Company Limited’, di realizzare una ferrovia a cavalli che congiungesse il capoluogo lombardo a Meda, unendo Paderno Dugnano, Incirano, Palazzolo, Varedo Malgacciata, Binzago, Cesano Maderno e Seveso.
A questo tracciato, che sarebbe dovuto correre lungo la strada “provinciale Comacina”, fu tuttavia preferita la strada ferrata “a sessione ordinaria” che unì, negli anni successivi, Milano con Incino-Erba, collegando anche numerose cittadine edificate lungo il Seveso.
L’accordo per edificare il nuovo tracciato ferroviario fu siglato nel 1877 tra i comuni interessati dal passaggio della strada ferrata e la “società Anonima delle Ferrovie Milano-Saronno e Milano-Erba” che, nel 1883, cambiò ragione sociale divenendo la “Società Anonima Ferrovie Nord Milano”.
Il 22 marzo 1879 fu inaugurata la tratta Milano-Saronno e, nel mese di dicembre dello stesso anno, venne posta in funzione la tratta Milano-Erba.
La realizzazione dell’importante infrastruttura fu resa possibile anche dal coinvolgimento delle numerose famiglie nobiliari proprietarie dei terreni sui quali fu disegnato il tracciato ferroviario.
Alcune di esse parteciparono con entusiasmo allo sviluppo della nascente rete infrastrutturale, comprendendone le potenzialità e affascinati dalla possibilità che la ferrovia, con il passare del tempo, avrebbe costituito un importante incentivo allo sviluppo economico-sociale e avrebbe aumentato il valore immobiliare dei propri terreni e delle proprie abitazioni d’affitto.
La ferrovia incontrò immediatamente il consenso della popolazione briantea, esaltata dalla concreta possibilità di spostarsi rapidamente verso Meda e il capoluogo lombardo, compartecipe anche dei vantaggi connessi allo sviluppo economico delle aziende.
Il settore che rispose con maggior entusiasmo a questa innovazione infrastrutturale fu l’indotto del mobile, che ben prestò avanzò la richiesta alle singole amministrazioni locali e alla Società Ferroviaria di dotare alcune stazioni della tratta di scali merci adeguatamente dimensionati e capaci di contenere al loro interno magazzini coperti in cui stoccare i materiali in arrivo e, soprattutto, le merci prodotte in partenza per il mercato non solo milanese.
Già a partire dalla seconda metà degli anni ottanta del XIX secolo, dunque, iniziarono modifiche al progetto originario e ampliamenti della rete e delle stazioni.
Ultimo aggiornamento: 11 Novembre 2015 [cm]