Archivio del Comune di Bormio, Quaterni inquisitionum sorte invernale 1607-08 5 10 11 14 15 16 febbraio 1608
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- Persone
- Giacomina, detta la Santa o Gonella, figlia di Giovanni Malenco di Pedenosso
- Procedimento giudiziario
- Giacomina del fu Giovanni Malenco di Pedenosso contro Cristina e Caterina del fu Baldassarre Rini e la loro madre Margherita, per ingiuria (5 - 16 febbraio 1608; 15 giugno 1608; 9 ottobre - 4 dicembre 1608; 3 dicembre 1608)
Giacomina del fu Giovanni Malenco di Pedenosso (detta Gonella o la Santa) (1) querela, una prima volta nella primavera del 1608, Cristina del fu Baldassarre Rini che l'ha ingiuriata ripetutamente dicendole "strega", cacciandola dalla propria casa.
1608. Die veneris 5 mensis februarii.
Coram magnifico domino pretore et dominis offitialibus Burmii, querelando comparuit Jacobina quondam Joannis de Malenco de Pedenosso, Communis Burmii, contra Christinam filiam quondam Baldesaris de Rin (2) de Pedenosso suprascripto, qualiter dicta Chrispina (3) imputavit ei verbum hoc, videlicet: Stria, striana, (4) stemmi (5) fuori di casa. Et hoc ad presentiam Vitalis Tampelli, (6) Bernardi filii dicti Vitalis, Joannini Barnini et Joannini de Parnis. (7)
Et dedit securitatem manutenendi dictam querelam etc. Fideiussor pro eo fuit ser Damiolus de Fedricis, obligando [in forma Statutorum] etc.
Die mercurii 10 mensis februarii.
Coram magnifico domino pretore et dominis offitialibus Burmii, citata comparuit suprascripta Christina quondam Baldessaris de Rin et super querela contra eam data per Jacobinam de Malencho dixit: Egli è vero che sina questa primavera prossima passata havessemo fra di noi contrasto de asai parole, delle quali havea in animo di comparire dalle Signorie Vostre a dar querela, ma per mezo di messer Gioan Maria Serotto, qual'è nostro constituto, tralasassemo ogni cosa. È occorso che alli giorni passati questa Giacomina è venuta in casa nostra con parole tante, che saria longo a contarle, et è vero che havemo contrastato fra di noi, che io le habbi detto quelle parole iniuriose che lei si lamenta. Non lo so. Può essere che l'habbi dette e no. Haverei ben io da lamentarme da diverse cose, ma le tralasserò sino a un'altra volta. Li testimonii quali sono statti presenti potranno dire per loro et per mi.
Et hoc est.
Die mercurii 10 mensis februarii.
Coram magnifico domino pretore et dominis offitialibus, citatus comparuit Joanninus Barninus de Pedenosso, testis ut ante nominatus, cui dato juramento etc. deposuit: Era in casa de quei di Malenco et, sentendo a contrastare in casa dilla Balsera da Rin, (8) andei giù et le dette Jacomina et Cristina erano alle contese et se haveano per le trezze, et sentì quella Cristina a dire a Giacomina: Vammi fuori di casa stria, striana che sei! Et questo lo disse più volte.
Et hoc est etc. Juravit.
Die jovis 11 mensis februarii.
Coram ut ante citatus fuit Vitalis Tampellus de Pedenosso, testis ut ante, qui interogatus cum juramento, deposuit: Essendo in casa mia adherente (9) alla casa di quei di Balsar de Rino, tal che non vi è se non una parete di mezzo, essendo andata la detta Giacomina in casa dilla detta Christina, le sentì a contrastare et sentì quella Cristina a dire: Vammi fuori di casa, striana che tu sei, che non ti voglio in casa! Altro non so.
Et hoc est etc. juravit. Ad generalia dixit: Son parente, ma poca cosa con quella Chrispina, la quale pecca più presto (10) di legereza di cervello che altrimenti, al mio juditio.
Eo die.
Antescripta Christina dedit securitatem de parendo juri et judicato solvendo in causa querele contra eam date per Jacobinam de Malencho etc.
Fideiussor pro ea fuit ser Joannes Maria Serottus de Burmio, obligando etc.
Die dominico 14 mensis februarii.
Coram magnifico domino pretore et dominis offitialibus Burmii, citatus fuit Joanninus Parnis de Pedenosso, et interogatus.
R. Essendo andata questa Jacobina giù in casa della detta Chrispina, lamentandosi che quella Chrispina havesse detto che fosse una stria, Chrispina rispose: Se sei stria, vammi fuori di casa, che non ti voglio in casa! E parmi che la dicesse: Stria che tu sias! (11) Ma non puoti (a) cossì ben intendere, tanto era la cridata tra di loro.
Et hoc est etc. et juravit. (b)
Die antescripta jovis 11 mensis februarii.
Christina quondam Balsar da Rin de Pedenosso, coram magnifico domino pretore et dominis offitialibus Burmii, querelam dedit contra Jacobinam de Malenco de Pedenosso suprascripto, qualiter dicta Christina accessit domum dicte Christine et vapulavit seu percussit etc. Et superinde petit interogari Joanninum Barninum et Joanninum Parnis. Deditque securitatem manutenendi dictam querelam, et pro ea fideiussor se constituit ser Joannes Maria Serottus de Burmio, obligando etc.
Die lune 15 mensis februarii.
Suprascripta Jacobina dedit securitatem de parendo juri et judicato solvendo in causa suprascripte querele contra eam date etc.
Et dixit: Son ben andata in casa sua per ricercare dil honor mio, perché molte volte questei havea motegato (12) di stria verso di me, ma fastidio alcuno non gli ho datto. Et se altrimenti, che provi.
Fideiussor fuit ser Damiolus de Fedricis etc.
Eo die.
Joanninus Parnis, testis ut ante nominatus, interogatus cum juramento, deposuit: Le ho ben sentite a contrastare, come ho detto nel altro mio constituto. D'altro non ho visto che se siano battute. Non ho visto cosa alcuna.
Et hoc est et juravit etc.
Eo die.
Joanninus Barninus de Pedenosso, interogatus cum juramento, deposuit: Quel ch'io ho detto ne l'altra mia depositione è l'istesso che posso dire adesso, ch'è vero che le ho viste tutte due a strufinarsi, (13) overo che se haveano per le treze. Qual di loro habbi comincio (14) non lo so, et era in casa dilla detta Christina etc.
Et hoc est et juravit etc.
1608. Die 16 februarii est facta condemnatio etc. (15)
(a) Probabilmente per puotei "potei" (Rohlfs 2, 320).
(b) Segue un'annotazione che non si colloca nell'ordine cronologico del processo: 1608. Die 16 mensis februarii. Est facta condemnatio
. Sarà ripetuta sotto.
(f) Cancellato: una stria
. Il participio nosut
riproduce l'it. nociuto.
(g) Nell'interlinea: et ano ditto che mi volevan tore
, nel senso di quanto viene specificato sotto: prendere su e portare a Bormio davanti al tribunale.
(h) Segue cancellato: disse che la detta Giacomina
.
(i) Segue cancellato: donzena de
"dozzina di".
(l) Segue cancellato: dato
.
(m) Segue cancellato: Anzi è meglio [di quanto…]
.
(n) Cancellato: Margarita dicta la Balsera
.
(1) Nei verbali di consiglio della sorte primaverile 1622, in data 29 marzo si cita un "Tonius, dictus Gonellinus, quondam Joannini Ponchini de Pedenosso". Giacomina sposò Antonio Illini di Molina, detto il Sant o il Seint, in seconde nozze. Soprannominata la Santa, spesso citata come malefica nelle inchieste per stregoneria dal 1630.
(2) Alla base del cognome Rini sembra da preferirsi un riferimento toponimico, piuttosto che l'ipocorsitico di un personale. In dial. rin significa "ruscello, torrente, corso d'acqua" (Longa 212 e 293).
(3) Per l'oscillazione dei nomi Cristina e Crispina cf. anche SB043.
(4) La variante con suffisso -ana non è continuata nei dialetti. Per l'origine del suffisso cf. Rohlfs 2, 20-1.
(5) Variante della Valdidentro: sc'tèm "stammi", borm. sc'tam, senza pronome enclitico rispettivamente sc'tè, sc'ta Longa 345).
(6) Soprannome da mettere in relazione con il verbo piatt. tampelèr "tagliare erba dove il terreno è molto accidentato", forse con richiamo a pelèr "pelare", ant. tampelàr "armeggiare intorno a qualcosa", anno 1570: lo viddi andar tampellando lì dietro; 1644: con la spada sfodrata, et gli tampellava adosso (Rini 65). Da una base elementare *templ- espressiva di percussione ritmica, quindi di movimento ondeggiante, di indecisione, incertezza (REW 8626; DEI 5, 3745 e 3793).
(7) Borm. pernìsc, sem., forb., cep. parnìsc "pernice" (Longa 195 e 290). Il soprannome attesta l'antica alterazione nella vocale pretonica a contatto con r. Lo stesso personaggio con il figlio ricomprare in SB049 nella dizione: Giacomin di Joannino Mazucho detto Parnis
.
(8) Il nome Balsera deriva dal fatto di essere figlia di Bàlser ossia "Baldassarre".
(9) Questa attestazione indica l'etimologia dell'avverbio dial. arént "vicino, accanto" (Longa 22) lungo tale traiettoria del lat. adhaerente "aderente" (REW 3977), piuttosto che da radente (REW 6987). Già negli Statuti: non removendo aliquam parietem seu intermezaturam, si alique essent, et cum aliquo alio edificio adherente (StCBorm, c. 138); e negli Statuti boschivi: tenserunt buscum de Fumarogo, cui coheret a mane troium [= sentiero], cui dicitur troium equorum adherenti, cui troio fixi sunt tres termini (c. 95). Altri esiti in Valtellina denotano tuttavia contaminazione tra le due famiglie.
(10) Dizione avverbiale di formazione parallela a plutósc't "piuttosto", venez. ant. più presto "piuttosto".
(11) Dial. sìesc "sia", con la -s di seconda persona singolare conservata. Forma di congiuntivo presente, borm. che ti te sìesc, sìbiesc, forb. sìasc, liv. séiasc "che tu sia", al posto dell'indicativo, ti t'ésc "tu sei" (Longa 341-2; Rohlfs 2, 269 e 299-300).
(12) Il verbo motegàr non sopravvive nei dialetti attuali. Significa "far motto, accennare a parole, mormorare all'insaputa dell'interessato", lat. tardo delle glosse muttum "borbottamento", muttire "parlare sotto voce", it. motteggiare "schernire, deridere, beffare, prendere in giro" (REW 5794-5; DEI 4, 2521).
(13) Verbo non più presente nei dialetti attuali. Dovrebbe corrispondere per etimologia all'it. strofinarsi, con un'accezione più specifica di "malmenarsi", come suggerisce la glossa introdotta da overo
.
(14) Deverbale di cominciàr, costruito sull'analogia di principio.
(15) Non è conservato il verbale di consiglio con la sentenza. Nella trascrizione dal documento che riportava la notizia, la frase era stata anticipata già prima, fuori ordine cronologico.
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/bormio/documenti/SB046/