Archivio del Comune di Bormio, Quaterni inquisitionum sorte estiva 1629 13 18 agosto *** settembre 1629; 9 aprile 1631
precedente | 73 di 175 | successivo
- Persone
- Caterina Zenotti di Molina
- Procedimento giudiziario
- Caterina Zenotti di Molina contro Margherita Zenotti di Molina, per ingiuria (13 agosto 1629 - 9 aprile 1631; 9 aprile 1631)
Caterina Zenotti di Molina querela la zia paterna Margherita che l'ha ingiuriata dicendole striona
, dopo una lite per una gallina che razzolava nell'orto.
Margherita sarà condannata al risarcimento dei tre denti che ha rotto a Caterina con una sassata.
1629. Li 13 mese di agosto.
Querelando è comparsa avanti li signori regenti Catarina figliola di Giacom di Zenott da Molina, di Margarita sua ameda (1) quondam di Zenotto soprascritto, come sabbato passato, di già 22 giorni, passando per strada vidde nel suo horto una galina della detta Margarita, che per scacciarla la toccai con un sasso. Et è la verità ch[e l'habia] inzopata, ancor che loro dican che l'habbia amazata, e non è la verità, che di presente si trova in casa sua. Andai a Premai. Nel ritornare a casa, la detta Margarita aspettandomi alla porta dil tablato di casa nostra, e mi era sula porta dil tablato di Christoforo di Giacomo di Vasio, Margarita me disse: Striona che tu sei, ria, mette su aqua di pelar la galina che tu me hai amazato! E tutt'un tempo mi manda una sasciata alla faccia, che mi ha mandato da bocca tre denti et scavezo un altro, e la bocca tutta guasta, come è visto per il signor regente Alberti, esser tutta insanguinata, come di questo si potrà examinare Ganza di Leonardo della Moniga, Francesco di Christofen, Giacom di Vasio qual è antiano d'homini, et Catarina madre dil detto Francesco.
La qual Catarina ha dato sicurtà di mantener pace etc. contra la detta Margarita, et di pagar se haverà fallato, dicendo: Me rincresse di haver di dar questa querela per rispetto di Giacom suo marito, bona persona, et al qual rincresse che così me habbi trattata, ma non posso far di manco, perché detta Margarita me ne promette dell'altre.
Die sabbati 18 mensis augusti.
Citata comparuit coram domino regente doctore Zuccola, antescripta Margarita quondam Zanotti de Molina, que dedit manum in fide loco securitatis de non offendendo dictam eius neptem Catarinam, dictis nec factis, et de comparendo quando Jacobus, maritus eius, que modo est absens a territorio Burmii redibit, ad fideiubendum in forma [Statutorum] etc.
Et super querela contra eam data, predicta Catarina dixit che, havendoli la detta sua nepote amazato una galina, gli gridò. Et essa mi venne contra facendomi mentire et dirmi delle villanie, cioè: Porcha, ladra!, et molte altre, come diranno li testimonii. Vero che pigliai una prederola (2) per fargli paura, solamente non credendomi di arivarla. Et perché si faceva come ho detto alla mia volta, con volermi dare, la preda l'arivò per disgratia.
Die *** mensis septembris.
Jacobus Tartarus se constituit fideiussorem pro Margarita eius uxore in causa antescripta.
1631. Die mercurii 9 mensis aprilis.
Est facta condemnatio de libris 30, solidis - imperialibus ipsi Margarite, app[licandis] Communitati. Quarum libre 20 dimittantur dicte Margarite amore Dei et dignis de causis pro Jacobo, eius marito, ultra libris 15 a canipario consequendis et dandis Catarine eius matertare in reffectione damnorum etc., quia lapide excassit tres dentes dicte Catarine.
(1) Dial. ant. àmeda "zia" (Longa 21), gros. gnagna con assimilazione infantile (DEG 422), dal lat. amita "zia paterna" (REW 424 e 424a; cf. SB038).
(2) "Una piccola pietra", diminutivo di preda che appare subito sotto, borm. prèda "pietra" (Longa 205), gros. prèda "pietra; cote" (DEG 650), dal lat. petra (REW 6445).
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/bormio/documenti/SB073/