Il patrimonio documentario lombardo tramandato dai primi secoli del Medioevo sino alla matura età comunale è notoriamente vasto e disperso; la vicenda storica – soprattutto dell’età moderna – ha comportato non solo la concentrazione di antichi archivi ecclesiastici e monastici nelle sedi di Archivi di Stato, ma anche una migrazione di materiali (a seguito di incorporazioni, smembramenti, vendite) verso luoghi assai lontani rispetto a quelli di originaria conservazione. A tutt’oggi, la rievocazione storica delle vicende e dei mutamenti (politici, istituzionali, ecclesiastico-religiosi, economici) che hanno caratterizzato i territori racchiusi dai confini attuali della Lombardia nell’epoca considerata, non ha potuto contare su un corpus omogeneo di fonti criticamente edite; il mosaico è caratterizzato da forti discontinuità, sia cronologiche sia di qualità delle edizioni disponibili.
Con questo Codice diplomatico si intende mettere progressivamente a disposizione degli studiosi – riproponendo nella nuova forma digitale edizioni già note, avviando nuovi cantieri, proseguendo nella ricerca di materiali inediti o poco conosciuti – in un unico ambiente e con alcuni indispensabili strumenti di ricerca, la documentazione d’archivio prodotta, conservata e tramandata da chiese e monasteri ‘lombardi’ o proveniente (ma a noi giunta soprattutto attraverso gli archivi di quelle stesse chiese e di quei monasteri) dalle cancellerie delle massime autorità politiche e religiose e dai comuni cittadini fra l'VIII e il XII secolo.
Il Codice diplomatico si lega alle attività di ricerca promosse dalla rivista Scrineum.