I fondi minori valtellinesi: una avvertenza
di Rita Pezzola
Sotto la denominazione di Fondi minori valtellinesi si comprendono quei complessi documentari costituiti da poche unità archivistiche (talvolta persino da una soltanto), che attestano l’esistenza all’epoca indagata di una certa istituzione nelle terre di Valtellina e ne testimoniano l’attivitą, sia pure – talora – in modo estremamente labile.
In estrema sintesi, è necessario puntualizzare che per Valtellina, in una prospettiva storica, si intende quel tratto della valle dell’Adda appartenente alla diocesi di Como che dall’estremitą del lago di Como si estende nelle terre, oggi in provincia di Sondrio, che furono sottoposte al regime cittadino di Como. Si precisa inoltre che anche la pieve di Poschiavo nell’epoca indagata condivise il percorso storico Valtellinese.
Sono invece esclusi i territori del Bormiese: comune che ebbe una vicenda istituzionale e politica propria, caratterizzata da spiccata autonomia, analogamente a Chiavenna e alla sua valle.
Peculiare, infine, il caso di Teglio che, soggetto in temporalibus alla signoria dell’arcivescovo di Milano, costituì una enclave nel territorio Valtellinese, pur rimanendo legato in spiritualibus al vescovo di Como.
La frammentarietà di conservazione delle scritture e la natura del lavoro conferiscono agli esiti ora pubblicati un certo margine di provvisorietà, di cui si avverte il lettore.
Si è reputato tuttavia utile e opportuno rendere sin d’ora condivisi i risultati via via emergenti, pur nel loro stato di work in progress.