38
Carta venditionis
1154 gennaio, Como.
Ardizzone, vescovo di Como, dichiara di avere ricevuto da Anselmo, abate del monastero di Morimondo, edificato nella pieve di Lenno, quindici lire di denari d'argento, che furono donate a detto monastero da Atto Peregrino, quale prezzo della vendita di ogni diritto che l'episcopio comense detiene nel manso di Magalino, con l'impegno di far sottoscrivere detta vendita al vicedomino, all'avvocato e al senescalco e di difendere il monastero nelle liti che eventualmente dovessero insorgere con gli uomini di Porteza, ponendo quali fideiussori i fratelli Anrico e Arderico de Torlino.
Originale, BAMi, Pergamene, n. 1409 [A].
Trascrizione: Bonomi, Diplomatum, BBMi, AE.XV.33, n. 38, cc. 104v-105r. Regesti: Ferrario, c. 445r (barrato, con "E" nel margine); Anonimo cisterciense, Spicileggio, BBMi, Morbio, 30, vol. VII, sub 6, c. 8v; Bonomi, Synopsis cronologica, BBMi, AE.XV.33, c. 397v; Ceruti, BAMi, I 145 suss., n. 33, cc. 8v-9r; Bianchi, Inventario, BAMi, K 202 suss., n. 1409, e nella relativa scheda mobile dell'ordinamento cronologico. Nota di repertorio: Bianchi, BAMi, K 212 suss., p. 202 (alla voce "Monastero di Acquafredda").
Nel margine superiore sinistro del recto segnatura, pure di mano del Bianchi, che rimanda all'Inventario: "1409".
Nel verso, di epoca medievale, coeva alla redazione del documento e leggibile solo mediante l'ausilio della lampada di Wood: "D(e) Morimo(n)do"; pure di epoca medievale, riferibile alla fase A, come pare: "Car(ta) d(e) Magalino facta a d(omi)no Cumano ep(isco)po"; e, di diversa seriore mano: "Nota q(uod) episcopat(us) Cumar(um) h(abe)t cont(ra)cambiu(m) isti(us) t(er)re Magalinii i(n) t(er)ritorio loci Alçebii pl(ebe) de Nexio (pl(ebe) de Nexio add. nell'interlineo da diversa mano, come pare) sicut | [...] totie(n)s inve(n)tu(m) e(st) i(n) s(cr)ipt(ur)is ep(iscop)i Cum(ani)". Inoltre: segnatura di fase C: "B, n. 7"; regesto Ferrario.
Infine: segnatura Bonomi, accompagnata da indicazione dell'anno: "38 .MCLIV."; segnatura Ceruti in pastello rosso: "33".
Cf. RUSCA, Descrittione del monasterio, p. 1; TATTI, Annali sacri, Decade II, p. 96; GRILLO, L'abbazia cistercense, p. 139, pp. 147-148, ora anche in IDEM, La costruzione di un rapporto, p. 54, pp. 61-62; LUCIONI, Insediamenti monastici medievali, p. 86. Si segnala che Ugo Monneret de Villard non regestò questa carta.
La pergamena (mm 216/209 x 124/121), in corrispondenza delle antiche piegature, presenta modeste lacerazioni, accompagnate da lievi macchie sparse. Piccoli fori sono rilevabili in corrispondenza delle righe 3, 11 e 15, che tuttavia non compromettono la lettura integrale del dettato. Inoltre, in prossimità del margine laterale destro, la membrana è un poco lacera.
Non sono presenti elementi imitativi di impronta cancelleresca, tuttavia è ravvisabile una particolare accuratezza formale nella predisposizione e nella redazione del documento. La membrana è di forma regolare e risulta rigata a punta secca con precisione; la scrittura del messo di Guglielmo appare ben appoggiata sulla riga, dritta, posata, armoniosamente equilibrata.
La sottoscrizione del vescovo Ardizzone è autografa.
Nel commentare il documento all'interno dello Spicileggio, l'anonimo monaco scrive: "Sotto quest'anno 1154 (deca 2, n. 96) il padre Tatti, seguendo alla cieca Roberto Rusca, scrive dell'acquisto fatto da noi dal vescovo Ardizzone in tal modo che pare fosse piuttosto donazione del vescovo che compra nostra; dice che il vescovo mise in possesso li monaci di Acquafredda di alcuni stabili, acciò provveduti || de' bisogni temporali si dassero (così) senza alcun pensiero agli esercizi spirituali. Eppure la verità è che li monaci comprarono questi stabili col danaro di Attone Pelegrino, né il vescovo Ardizzone era in stato di far donazioni, se son vere le di lui miserie che racconta il medesimo padre Tatti al n. 113 di questo quinto libro della seconda deca. Scrive pur lo stesso del sopranominato Cavalcabò dell'Isola, che ad esempio del vescovo lasciasse al monastero de' suoi beni, alcune possessioni; e pure la carta superiore dice chiaramente che le pagassimo col denaro del nostro fondatore Attone Pellegrino" (cc. 8v-9r).
Per analogie contenutistiche e formali, cf. anche il doc. n. 35.
(SN) Anno ab incar(natione) domini nostri Iesu Christi millex(imo) cent(eximo) quinquagex(imo) quarto, mense ianu(ar)i, indic(tione) s(e)c(un)da. In presentia multorum hominum | quorum nomina subter leguntur, manifestum fuit d(omi)no Arditioni, Cumane sedis episcopo (1), accepisse a d(omi)no Anselmo, abate mona|sterii de Morimondo, c(on)structi in territorio de plebe de Lenno, ex parte suprascripti monasterii, argenti denariorum bonorum libras | quindecim; et pro hoc pretio, in presentia testium infrascriptorum, vendidit et tradidit suprascriptus dominus Arditio episcopus in manum suprascripti abatis, | ad partem suprascripti monasterii, omne ius quod suprascriptus dominus Arditio episcopus habet vel ei pertinet aliquo modo, ex parte Ecclesie Cumane et episcopato, in manso de Magali|no et in eius teritorio tam in monte quam in plano, ut fatiat suprascriptus dominus abas, cum suis c(um)fratribus eorumque successores, ad partem et utilitatem suprascripti mona|steri, de suprascripto iure quicquid voluerit, sine contradictione suprascripti domini episcopi eiusque successorum. Et insuper promisit defendere et garentare sub pena du|pli ab omni homine; preterea dedit guadiam suprascriptus dominus episcopus suprascripto domino abati quod fatiet firmare hanc venditionem in laude iudicis vice|dominum et avocatum et senescalcum; et si discordia aparuerit suprascripto manasterio (a) de suprascriptis rebus ab hominibus de Porteza, garentare promisit | ab eis et, post datam guadiam, posuit ei fidei iussores (b) Anricum et Ardericum de T(or)lino, germanos. Actum loco Cumo. Suprascripti vero denarii qui fuerunt dati | suprascripto domino episcopo a suprascripto domino abate, scilicet quindecim libre, sunt de illis centum libris quas donavit suprascripto monasterio Atto Peregrinus et qui debe|bant dari in terra. |
† Ego Ardicio Cumanus episcopus subscripsi. |
Signa † † † † † † † manuum Baldezonis et Arnaldi et Oberti et Lafranci et Grimaldi ei Ioh(ann)is et Oldefredi testium. |
(SN) Ego Guilielmus notarius et iudex interfui et hanc car(tam) tradidi et missum meum scribere feci.
(a) Così A.
(b) Così A.
(1) Ardizzone I, vescovo di Como tra il 1135 e il 1162: cf. GAMS, Series episcoporum, p. 787; SAVIO, Gli antichi vescovi, pp. 334-338; TURAZZA, La successione dei vescovi di Como, pp. 95-99; Helvetia Sacra, I/6, pp. 114-117.
Edizione a cura di
Rita Pezzola
Codifica a cura di
Rita Pezzola