Introduzione
Sei i documenti del sec. XII, pervenutici in originale, che vengono pubblicati in questo volume [1]. Si tratta di cinque documenti privati (nn. 1, 2, 4, 5, 6) e di una sentenza arcivescovile (n. 3).
I documenti privati riguardano S. Vittore ad Corpus [2] per possedimenti in Barate e Albairate (nn. 1, 2, 4); due sono conservati nell’archivio del monastero solo in quanto legati alle vicende delle terre di cui sopra (nn. 5, 6). Rispecchiano tutti la tipologia del documento notarile del tempo, che vede nel 1186 compiutamente strutturato l’instrumentum (n. 6). La sentenza arcivescovile, allo stesso modo, si uniforma allo stile della cancelleria milanese.
Sono descritti nel Catalogo del Ferrario, ad eccezione del primo.
Alcuni (nn. 2, 4, 6) recano sul verso annotazioni archivistiche con riferimento a una registrazione precedente a quella che si è conservata. Nella serie Registri del Fondo di religione (n. 43 A-H) si trova, infatti, un Registro del grande archivio dell’insigne monastero di S. Vittore al Corpo, in otto tomi divisi con criterio topografico, compilati tra il 1679 e il 1736 da Gio. Agostino Dettinone monaco (43A, D, E, F, G, H) e da G. M. Tarantola (43B, C). Nel tomo 43C, compilato dal Tarantola nel 1736, sono regestati i nostri documenti con accanto la collocazione archivistica: 1126 febbraio 5, p. 255 (cart. HA, n. 2); 1141 gennaio 30, p. 181 (cart. 1, n. 4); 1170 luglio 30, p. 182 (cart. 1, n. 5); 1171 febbraio 28, p. 182 (cart. 1, n. 6); 1172 marzo 4, p. 183 (cart. 1, n. 7); 1186 febbraio 12, p. 183 (cart. 1A, n. 8). In calce a ognuno di essi il Tarantola precisa, come per altri documenti che figurano nel Registro, la traditio ‘per copia autentica in pergamena’; il che confermerebbe la registrazione precedente, probabilmente antica, cui si è accennato. Altri sei documenti del sec. XII sono regestati accanto ai precedenti, ma di essi si sono perse le tracce [3].
Note
[1] ASMi, AD, pergg., cart. 537, fasc. 242a. In essa è inserita anche copia semplice coeva di una lettera databile tra il 1047 e il 1056, indirizzata dall’abate del monastero Arderico all’imperatore Enrico III con richiesta di aiuto per il monastero. Detta lettera è stata ampiamente utilizzata dal Tarantola (Reg. 43B, pp. 195-198) e dal Giulini (II, pp. 25, 361 e ss.) circa le origini del monastero.
[2] Monastero benedettino, fu fondato dall’arcivescovo Arnolfo nei primi anni del sec. XI; nel 1005, tramite l’abate Alteramo, permuta con detto arcivescovo beni in Uboldo in cambio di altrettanti in Lorenteggio (Gli atti privati, I, p. 26, n. 13). È citato nel testamento dell’arcivescovo Ariberto del 1034 (Gli atti privati, II, p. 163, n. 218); aveva possedimenti in varie località, per le quali si rimanda ai docc. editi in questa sede e al Registro cit. Nel 1507 ai benedettini furono sostituiti gli olivetani (cfr. F. PEGGIORI, Il monastero olivetano di S. Vittore al Corpo di Milano, p.91).
[3] Si ritiene opportuno segnalarli nell’ordine in cui compaiono nel Registro:
- 1182 gennaio 4. Investitura massarizia fatta da Ambrogio abate del mon. in Graspio detto l’Abate di una terra nel territorio di Lorenteggio. Gio. Eagalberto not. s. pal. (p. 9, cart. 1, n. 2).
- 1175 luglio 14. Transazione fatta da Avosto de Arconate a Ambrogio abate e a Beltramo monaco di S. Vittore di terre nel territorio di Curto (oggi cascina Curto). Ambrogio de Capomuro not. (p. 377, cart. 1, n. 2).
- 1178 luglio 24. Donazione fatta da Sarda vedova di Pagano de Bogiana e fq. di Raimondo de Curto ad Ambrogio abate di S. Vittore di terra in Robbiolo. Anselmo de Carrate not. s. pal. e messo r. (p. 378, cart. 1, n. 3).
- 1181 agosto 29. Sentenza di Guglielmo Calciagrigia fra S. Vittore e gli abitanti di Grancino (p.378, cart. 1, n. 4), edito da MANARESI, Gli atti del comune, p. 170, n. CXXIII, dal registro.
- 1146 luglio. Rinunzia fatta da Gioanni e Goffredo fratelli Canniate a favore di S. Vittore dell’affitto di un massarizio di ragione del mon. nel territorio di Curto. Arioaldo not. s. pal. (p. 387, cart. II, n. 1).
- 1199 gennaio 26. Investitura massarizia fatta da Anselmo abate del monastero a Borro e fratelli di Grancino della metà delle terre site nel territorio di Curto. Guglielmo Garegniano not. imp. (p. 387, cart. II, n. 2).