vicinanza sec. XV - 1797
Istituzione che aveva la massima importanza nella vita della comunità era la vicinanza, assemblea plenaria dei capifamiglia di tutte le quadre, che veniva convocata per prendere le decisioni più importanti: in caso di calamità, per modificare gli ordini comunali, per eleggere i componenti del consiglio, il parroco, i procuratori nelle cause e per la concessione in enfiteusi di beni comunali (accole).
La vicinanza, inoltre, controllava l’operato dei sindici e del decano, e ne doveva approvare l’operato, pena l’annullamento delle decisioni.
Era ancora compito della vicinanza l’elezione del notaio, o cancelliere del comune, che aveva il compito di tenere tutte le scritture del comune, assistere alle rese dei conti del decano e dei sindaci, leggere le gride dei governatori di valle, e dell’alfiere, capo della milizia paesana.
La convocazione avveniva, su richiesta del decano, al suono della campana, dopo che il servitore del comune aveva ordinato a tutti i capifamiglia di partecipare all’assemblea. La vicinanza si riuniva in genere nella chiesa di San Lorenzo, nella casa parrocchiale o in piazza ed era valida solo con la presenza di almeno due terzi degli aventi diritto.
ultima modifica: 09/01/2007
[ Saverio Almini ]
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