comune di Grosio sec. XIII - 1797

Comune del terziere superiore della Valtellina, appartenne alla pieve di Mazzo. Il castello di San Faustino di Grosio, citato nel 1150 (ma già nel X secolo si ha notizia di un incastellamento di Grosio), fu dei vescovi di Como, che ne infeudarono prima i de Misenti e poi i Venosta, molto più tardi il comune.
Il toponimo si trova citato nel 1056, in un atto in cui Giovanna di fu Stefano, moglie di Giovanni di fu Amizo di Sernio, è detta “de Grause superiore”; ancora nel 1335 (statuti di Como 1335) compariva come “comune loci de Grosupra”.
La comunità inizialmente dovette comprendere anche Grosotto e le contrade di Tiolo e Summo Tiolo, cioè Sontiolo, a sud confinava con Mazzo. Il Quadrio, alla metà del secolo XVIII, comprendeva nel comune di Grosio le contrade di Vernuga e Rovoledo, la Valle di Settentrione e Tiolo di sotto (Quadrio 1775-1776).
Secondo il Pedrotti, Grosio non si sviluppò da una curtis, ma da una villa, attorno alla quale vennero a gravitare centri minori, le contrade (Pedrotti 1944).
La struttura del comune appare già consolidata alla fine del XIII secolo: il 30 dicembre 1292 il comune di Grosio riunito dal saltaro al suono della campana in assemblea alla presenza del decano Giorgio Mantelus fu Armano e di Giacomo de Genzo, rappresentante di Corrado Rusca podestà di Grosio, vendette le alpi di Campo Gazano e di Sacco. In un altro atto del 27 febbraio 1340 comparivano per la prima volta i consiglieri del comune, in numero di quattro, oltre al decano (Antonioli 1990; Pedrotti 1944; Inventario Grosio 1996).
Il comune di Grosio era ricco di alpi: Cassaruolo, Verna, Vermolera, Malghera, Eita, Val Sacco, Piano delle Montanelle, Strambelli, Piano Cadino, Bergamasco, Solera, Lavinale, Pedruna, Martinuccio, Piana, Dosso Bello, Starello, Braccio, Montarica (Pedrotti 1944). I confini comunali con Sondalo furono contesi per il possesso dei pascoli della Val Grosina: sono attestati atti di divisione dal 1339. I limiti territoriali attuali tra Grosio e Grosotto furono sanciti il 4 novembre 1540 (Archivio comunale di Grosio, perg. 374-377), ma un arbitrato precedente risale al 24 agosto 1435 (Archivio comunale di Grosio, perg. 111).
Nella prima metà del XVI secolo il comune era suddiviso nelle cinque contrade di Adda, Piatta, Ravoledo, Tiolo, Viale. Probabilmente verso la fine del Cinquecento entrarono a far parte del comune, dopo un lungo periodo di controversie, i nobili Venosta e Quadrio, che fino alla metà del secolo avevano costituito un’entità a sè stante, con propri diritti e privilegi, spesso in contrapposizione con i vicini. Dopo questo ingresso, le famiglie nobili ebbero invece il diritto di eleggere i propri rappresentanti nei consigli e di partecipare a pieno titolo, pur perdendo i loro privilegi, alla vita della comunità.
Si ha notizia dell’esistenza di statuti comunali di Grosio del 1395, attualmente non reperibili; nell’archivio comunale sono invece conservati quattordici capitoli degli statuti del 1491, con disposizioni sulla tensatura dei boschi, pascolo, vendita di legname. Gli statuti successivi risalgono al 1515, con un capitolo introduttivo sulla determinazione dei confini degli alpeggi e 48 capitoli. In essi compare l’articolazione del comune in quadre e si trovano disposizioni sugli incarichi di comunità e sull’obbligo di provvedere alla resa dei conti per il decano, consiglieri, caneparo; questi statuti portano in calce il nome Conradus, probabilmente apposto dal podestà di Tirano Corradino Planta. Ulteriori edizioni, con aggiunte parziali, e sempre conservati nell’archivio comunale di Grosio, sono datate 1528, 1539, 1543, 1545, 1548, 1551, 1556, 1557, 1595 (con ampie disposizioni sugli incaricati di comunità), 1597, 1599, 1601, 1602, 1604, 1605, 1607 (riformulazione in 70 capitoli). L’ultima revisione statutaria risale al 1747 con integrazioni successive del 1763. Durante il riordino dell’archivio comunale di Grosio è stato rinvenuto anche un fascicolo con 24 capitoli approvati dagli agenti di valle relativi all’organizzazione istituzionale della Valtellina dopo la rivolta antigrigione del 1620 (statuti di Grosio 1515) (Inventario Grosio 1996).
Nel 1526 la comunità di Grosio contava 333 fuochi, cioè circa 1.800 abitanti, nel 1589 500 fuochi, ovvero circa 2.500 abitanti (Visita Ninguarda 1589-1593); nel 1797 Grosio aveva 2.131 abitanti (Toponimi, Grosio).

ultima modifica: 09/01/2007

[ Saverio Almini ]