comune di Bianzone sec. XIV - 1797
Comune del terziere superiore della Valtellina, appartenne alla pieve di Villa.
Il toponimo si trova citato nel 1100 per la donazione della chiesa di San Siro all’arciprete e ai canonici di Bormio: da questo patronato la comunità di Bianzone si liberò solo nel 1595, dopo lunghe controversie (Inventario Bianzone 1996).
La famiglia Capitanei di Stazzona esercitò potestà sul feudo di Stazzona, che comprendeva anche Bianzone, fino al XIV secolo.
Nel 1335 (statuti di Como 1335) compariva come “comune de Blanzono”.
Dal XVI secolo Bianzone appare composto da cinque contrade o cantoni: Piazza, Canova, Cambren, Selva, Montagna, quest’ultima comprendente le località di Bratta e Piazzeda, a volte denominate contrade al posto di Montagna.
Gli organi politici e amministrativi che esprimeva la comunità erano la vicinanza e il consiglio di comunità; la figura di maggior rilievo era quella del decano, che rappresentava la comunità ed era responsabile della gestione finanziaria del comune (Inventario Bianzone 1996).
Gli antichi ordini comunali (ordini di Bianzone sec. XVIII) sono conservati in copia semplice del XVIII secolo, e sono regolamentati in accordo con gli statuti della Valtellina.
La comunità di Bianzone nel 1589 contava 240 fuochi (Visita Ninguarda 1589-1593), nel 1624 1.011 abitanti (Perotti 1992 a), nel 1797, infine, 1.093 abitanti (Massera 1991 a).
ultima modifica: 09/01/2007
[ Saverio Almini ]
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