comune di Sondrio sec. XIII - 1797
Comune del terziere di mezzo della Valtellina, di cui fu capoluogo dall’inizio del governo grigione, fu capo di pieve.
Il toponimo si trova citato in un atto del 1067 con cui Albizo del fu Bonifacio, abitante a Sondrio, vendeva una pezza di terra situata nel luogo di Ossuccio (Atti privati 1051-1074, n. 472).
Nel 1328, fatto podestà del comune di Sondrio Romerio Lavizario, e suo vicario Petrolo Bardolino, fu ottenuto, come si esprimeva Beltramolo de Selva, “il privilegio di detto Comune (Sondrio), e del Comune di Monte (Montagna) et d’Andevenno, che contiene la libertà di detti Comuni” (Cavallari, Leoni 1959). Alla comunità di Sondrio appartenne originariamente anche la Val Malenco, che ottenne progressiva autonomia amministrativa a partire dal XIV secolo; nel 1335 infatti (statuti di Como 1335) compariva come “comune locorum rusticorum de Sondrio et de Malencho”.
Fin dal XV secolo il territorio comunale era diviso in cinque quadre, una dei nobili e quattro dei vicini: Maione o Rovoledo, Dosso, Triangia, Piazza.
Dopo l’avvento dei Visconti, il comune di Sondrio aveva già un notaio e un camparo, e si nominava dei procuratori; gli esattori delle taglie venivano eletti in ciascuna squadra dai rispettivi consigli.
Nel XVII secolo, il comune di Sondrio era ripartito nelle quadre di Majone o Rovoledo, divisa in Majone in dentro e Majone in fuori, con Majone, Aschieri, Mossini, Arquino, Gualtieri e Ronchi, con un voto nei consigli di comunità; Piazza, con Colda, Piazzo, Scarpatetti e Ponchiera, con un voto; Dosso, con Triangia, Bassola, Colombera, Gualzi, Sondrini e Marzi, con un voto; Triangia, con Ligari, Pradella e Moroni, con un voto; Nobili, con tre voti; Valmalenco, presieduta dall’anziano, con sei consiglieri (Romegialli 1886).
Dalla seconda metà del XVII secolo alle cinque quadre esistenti se ne sostituirono tre, ognuna con un proprio consiglio: una dei nobili, una degli artigiani aggregati e una dei vicini, formata dall’unione delle quattro quadre dei vicini. Rappresentavano la comunità tre decani, uno per quadra.
I consigli della quadra dei nobili e degli artigiani erano presieduti dal decano e composti da due consiglieri e da quattro deputati. Il decano di queste due quadre veniva eletto annualmente nelle riunioni dei capifamiglia (vicinanza o sindacato), durante la quale venivano nominati i consiglieri, i deputati e gli esattori: il decano era eletto a rotazione tra i colondelli (contrade) componenti le quadre.
Il decano della quadra dei vicini era nominato invece dal consiglio di quadra, formato dai consiglieri e deputati eletti dalla assemblee delle singole quadre dei vicini (Inventario Sondrio 1996; Romegialli 1886).
Non sono state finora riscontrate prove concrete dell’esistenza di statuti di Sondrio; al contrario si conservano gli ordini della comunità (ordini di Sondrio sec. XVIII), redatti dal cancelliere del comune e promulgati sotto forma di gride dal governatore di valle, di anno in anno su richiesta dei decani di Sondrio e delle quadre dei vicini: erano quindi letti pubblicamente dal servitore del comune e affissi alle porte del ponte sul Mallero (Valtellina 1512-1797; Leoni 1977). Gli ordini, la cui prima edizione rimasta, emanata dal podestà valtellinese, risale al 1638, avevano vigore dopo che il governatore li aveva sottoscritti e con lui il cancelliere e notaio della comunità. Gli ordini di Sondrio regolavano in modo particolare le attività produttive del comune, il commercio, l’uso dei pascoli e dei boschi pubblici, delle acque, la vendemmia, la coltura dei gelsi. Il numero dei capitoli, a partire dai 31 del 1638, variò di edizione in edizione, la più completa e organica delle quali risale al 29 aprile 1742 (Leoni 1977; Greco 1991; Aureggi 1959; Inventario Sondrio 1996).
Le sole frazioni della comunità di Sondrio (esclusa la Valmalenco) nel 1589 contavano circa 365 fuochi (Visita Ninguarda 1589-1593), nel 1624 la popolazione dell’intera comunità era stimata in 4.000 abitanti (Perotti 1992 a), nel 1797, infine, erano indicati per Sondrio 3.515 abitanti (Massera 1991 a).
ultima modifica: 09/01/2007
[ Saverio Almini ]
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