comune di Morbegno sec. XIII - 1797
Comune del terziere inferiore della Valtellina, e capoluogo di giurisdizione (squadra di Morbegno), appartenne alla pieve di Ardenno.
Morbegno costituì probabilmente una curtis longobarda (Orsini 1959 a).
Le prime citazioni del toponimo nelle forme Morbinium, Morbenio, Morbeno risalgono all’XI secolo: nel 1085 Martino figlio del fu Giovanni “de loco Cruxe, sita Morbinii” vendeva una selva in “carbonaria”; nel XII secolo era citato il comune di “Murbegno” riferito ad un territorio non vasto in cui però gli insediamenti erano probabilmente sparsi, sia sul monte, sia sul piano (Perotti 1983; Perotti 1992 b).
Il sorgere del medioevale comune di Morbegno rimane oscuro: nel 1208 la comunità riuscì a sottrarre la chiesa di San Martino all’egemonia plebana di Ardenno, non autonomamente però, ma sotto il patronato del monastero di Sant’Abbondio di Como. Dopo il 1210 il comune risultava non più retto da un console, ma da un podestà locale, “communis et hominum” (Orsini 1959 a).
Nel 1335 (statuti di Como 1335) era citato come “comune loci conscili de Morbegnio”. Anche la fondazione della chiesa dei Santi Pietro e Paolo, nel 1337, che fu poi luogo di riunione dei consigli di terziere e talvolta dei consigli comunali, non appariva legata ad una decisione comunitaria, ma all’iniziativa del rettore della chiesa di San Martino, Romerio Castellargegno. La metà del XIV secolo è comunque l’epoca in cui il comune di Morbegno assunse un ruolo centrale nella giurisdizione che comprendeva l’intera bassa Valtellina (nel 1377-1378 Morbegno chiese a Giangaleazzo Visconti la separazione amministrativa dal resto della Valtellina), e nel contempo assunse rilievo la nuova società artigiana e commerciale, accanto alla contadina. La storia del paese rimase in effetti per secoli appannaggio di un numero abbastanza ristretto di famiglie, tutte però di più o meno antica origine “esterna”, entrate nella comunità morbegnese già con titoli nobiliari o con uno spirito imprenditoriale tipicamente borghese, come i Gaifassi e i Castelli Sannazzaro.
Del comune di Morbegno, che si era già garantito il mercato settimanale, si conosce la normativa sul dazio (”datum de dazio”) del vino, pane, carne, pesa e misura (del grano e vino) a partire dal 1435. Il comune, sempre nel XV secolo, era dotato di una propria milizia, stipendiava un maestro per la pubblica istruzione. Fu ancora il comune a volere la fondazione del convento domenicano di Sant’Antonio nel 1457 (Perotti 1983).
La comunità di Morbegno, che antecedentemente al dominio visconteo era ripartita nelle quadre nei nobili e dei vicini, successivamente si divise nelle quattro quadre dei nobili, dei cittadini, del monte, dei vicini; nel 1762, in atti rogati da Paolo Mariani, la si trova divisa in gentiluomini, civili, mercanti di maggior buon nome, e semplici bottegai, artigiani, contadini del piano e terrieri di Arzo, Valle e Camperbolo: ma formanti in tutto ancora quattro ordini o quadre (Romegialli 1886).
Verso la fine del XVI secolo il comune, retto da dodici sindaci, nove per il piano e tre per il monte, promise di versare una somma di 1.400 ducati al podestà veneto di Bergamo Alvise Priuli per ampliare la strada di San Marco; ancora nel 1794 i sindaci erano dodici (Perotti 1992 b; Del Nero 1985), costituendo un consiglio ristretto della comunità.
Nella prima metà del XVI secolo furono definiti forse in modo stabile i confini di Morbegno con Cosio e Talamona, anche in vista della preparazione dell’estimo generale della Valtellina, completato nel 1531. Nell’archivio comunale di Morbegno è conservato un libro d’estimo del 1606 (Toponimi, Morbegno).
La comunità di Morbegno nel 1589 contava circa 400 fuochi, a cui si dovevano aggiungere le 40 famiglie di Valle, 45 di Arzo, 6 di Tartusei, e circa 30 di Campo Erbolo (Visita Ninguarda 1589-1593), nel 1624 Morbegno aveva 1.900 abitanti (e 460 Valle) (Perotti 1992 a), nel 1797, infine, 2.350 abitanti (e Valle 150) (Massera 1991 a).
ultima modifica: 09/01/2007
[ Saverio Almini ]
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