comune di Gerola sec. XIII - 1797
Comune del terziere inferiore della Valtellina, e della squadra di Morbegno, appartenne alla pieve di Olonio.
Stando all’origine di alcuni dei suoi antichi ceppi famigliari, la comunità di Gerola potrebbe avere avuto origine, e certamente impulso e sviluppo, forse ai primi del XIII secolo, dall’emigrazione di lavoratori dalla Valbrembana e Valsassina per l’estrazione del minerale di ferro nelle località Trona e Pescegallo (Ruffoni 1980). La prima attestazione sicura dell’esistenza della comunità di Gerola si trova in un atto rogato a Cosio e conservato presso l'archivio parrocchiale di Gerola risalente al 1238; ma già dopo il 1210 il comune di Gerola compariva non più retto da un console, ma da un podestà locale “communis et hominum” (Orsini 1959 a).
Grazie a imbreviature di notai di Morbegno (ASSo, Notarile, Guidino e Romerio Castellargegno) si può dedurre che nel 1321, nel comune di Gerola, la popolazione era distribuita nei centri abitati anche attualmente, con l’eccezione di Valle e Case di sopra, e che si riuniva periodicamente per l’elezione del console e per la discussione degli affari più importanti.
Nella prima metà del XIV secolo, la comunità di Gerola aveva già una chiesa, dedicata a San Bartolomeo, e un beneficio per mantenere il sacerdote.
Secondo una stima del Ruffoni, nel secondo quarto del XIV secolo Gerola, che figurava nel 1335 (statuti di Como 1335) come “comune loci de Girolla”, poteva avere circa 400 abitanti (Toponimi, Gerola).
Il comune di Gerola partecipò con un proprio rappresentante alle adunanze delle comunità della giurisdizione di Morbegno nel 1363 (Fattarelli 1986).
Gerola fu feudo dei Vicedomini e nel 1370 insorse contro i Visconti, schierandosi dalla parte dei guelfi.
Nel 1589 Gerola contava 150 famiglie (Visita Ninguarda 1589-1593), ma il primo dato certo sulla popolazione è del 1614, quando la comunità arrivava a 655 unità (AP Gerola).
All’inizio del XVII secolo il territorio comunale comprendeva dodici frazioni: Piazza, Ravizza, Castello, Laveggiolo, La Foppa, Teggiola, Case dei Mazzi, Roia, Nasonchio, La Corna, Cassinelle, Fenile (Guler 1616); Il Quadrio elencava i villaggi di Piazza, Rapizzi, Mazzi, Castello, Lavezzolo, Fossa, Tegiola, Roya, Nasonchio, Casinelle, Fenile (Quadrio 1775-1776).
Nell’archivio parrocchiale di Gerola è conservato un instrumentum sindicatus del 1643 rogato dal notaio Giovanni Ninguarda di Morbegno, con il quale vennero eletti consoli, i tenutari della contabilità del comune, gli stimatori dei beni, i campari, i sindaci per l’amministrazione dei beni della chiesa, e vennero ribadite le norme sui boschi tensi.
L’organo principale del comune era l’assemblea dei capifamiglia che si riuniva di norma una volta all’anno, nel mese di giugno, per discutere e decidere gli affari più importanti nella vita della comunità ed eleggere gli amministratori. Era sempre presente il notaio che redigeva i verbali dell’assemblea. L’amministrazione comunale era retta da tre consoli, estratti a sorte da una rosa di diciotto persone ritenute idonee dalla comunità. I consoli sbrigavano gli affari correnti, rappresentavano il comune nelle riunioni della squadra di Morbegno, curavano i beni del comune. La gestione dei consoli era controllata da tre consiglieri o ragionatti, che avevano il compito di tenere la contabilità e stilare il bilancio di ogni anno. Gli stimatori, in numero di due, dovevano valutare i beni immobili e tenevano aggiornati i libri dell’estimo; ogni anno venivano nominati anche due campari.
Tra i compiti dell’assemblea rientrava quallo di ratificare la nomina dei sindaci della chiesa, di fissare le feste e di eleggere il parroco (Ruffoni 1987; Ruffoni 1995).
La comunità di Gerola nel 1797 contava 850 abitanti (Massera 1991 a).
ultima modifica: 09/01/2007
[ Saverio Almini ]
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