comune di Civo sec. XIV - 1797
Comune del terziere inferiore della Valtellina, e della squadra di Traona, appartenne alla pieve di Ardenno.
Il toponimo si trova forse già citato nell’atto di vendita di tre selve situate sul monte detto “Clave” (forse per Clivio=Civo) (Fattarelli 1986; Atti privati 1026-1050, n. 285).
Il comune di Civo partecipò con un proprio rappresentante alle adunanze delle comunità della giurisdizione di Morbegno nel 1363 (Fattarelli 1986).
Il comune era costituito da abitati sparsi, cioè Caspano e le contrade di Bedolio, Casa del Pico, Casa del Sasso, Roncaglia di Sopra, Roncaglia di Sotto, Tovate, Chempo, Vallate, Nogaredo, Serone, Selva Piana, Acqua Marzia, Cevo (Quadrio 1775-1776).
L’abitato più importante era Caspano, i cui abitanti, in epoca tardomedievale, erano organizzati nelle università della nobiltà e della plebe.
Dalla fine del XIV secolo, la classe popolare appariva organizzata e difesa nei propri diritti da sindaci e procuratori, eletti fra di essa.
L’università dei nobili era composta specialmente dai Paravicini e dai Malacrida, si radunava ogni anno ad epoche fisse sotto un proprio console e teneva il posto primario nei consigli della squadra di Traona, ricoprendo un alto numero di cariche e impieghi civili, militari o benefici ecclesiastici.
Il podestà di Traona, che giudicava le cause civili e criminali in appello, trascorreva l’estate a Caspano (Libera 1926).
Civo nel 1589 contava 30 fuochi, ma la sua comunità arrivava complessivamente a 738 fuochi, comprese circa 30 famiglie in Val Masino (Visita Ninguarda 1589-1593), nel 1624 Civo aveva 400 abitanti (Caspano 1.200) (Perotti 1992 a), nel 1797, infine, l’intera comunità di Civo arrivava a circa 1.500 abitanti (Massera 1991 a).
ultima modifica: 09/01/2007
[ Saverio Almini ]
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