comune di Samolaco sec. XIV - 1797
Comune del contado di Chiavenna, fu capo di pieve.
Il toponimo si trova già citato nell’itinerarium provinciarum Antonini Augusti del III secolo d.C. (Ariatta 1990) nella forma “summo lacu”.
Il comune di Samolaco compare per la prima volta in un documento del 1301 insieme a quelli di Chiavenna, Mese, Prata, Valle (Val San Giacomo): con loro aveva contribuito al pagamento dei soldati che si erano recati a Como al servizio di Corrado Rusca (Archivio Capitolare Laurenziano, Chiavenna, Quinternetto di conti comunali); questo fatto fa supporre che i terrieri di Samolaco fossero allora vicini di Chiavenna, a differenza di quelli di Gordona, che si erano costituiti in comunità a sè, sia pure dipendente dal vescovo di Como. È difficile precisare tuttavia quando Samolaco ottenne effettiva autonomia amministrativa, emancipandosi dal comune di Chiavenna.
Nel 1335 (statuti di Como 1335) era citato come “comune loci de Somologo”.
La comunità di Samolaco doveva alla mensa vescovile di Como la decima e una quota dell’erbatico sopra tutto il proprio territorio, compreso il piano di Mezzola.
L’originario centro di Samolaco, che sorgeva tra l’attuale zona di Casenda e il torrente Meriggiana, fu progressivamente abbandonato per frane e alluvioni, fino a scomparire, agli inizi del XV secolo (Del Giorgio 1990). Da allora il nome di Samolaco rimase ad identificare un territorio costituito da abitati sparsi. Tra la seconda metà del XV e l’inizio del XVI secolo, le località abitate erano Monastero, Sorboggia, Silvaplana, Paiedo, L’Era, Ronco, Roncilione (Ronscione), Fontanedo, Pozzolo, Bedolina, Nogaredo, Casenda, del Manco, Cusciago,del Bono, Pedemonte, Cadampino, Casaccia, Cesura. Ronscione e Monastero formavano una vicinanza a sè, con propri boschi e alpeggi, e proprie adunanze.
Nel XV secolo, Samolaco era una comunità costituita soltanto da vicini, ebbe regolari consoli eletti dai capifamiglia ogni anno e provenienti, di volta in volta, dalle diverse frazioni. Già a partire dal 1434 le decisioni più importanti venivano prese dai maggiorenti delle principali frazioni in riunioni con intervento del notaio che si tenevano a Silvaplana (oggi San Pietro) (Toponimi, Samolaco); nel 1454 e 1456 era console “et in antea” di Samolaco Cristoforo Peverelli di Chiavenna (Salice 1985; Salice 1989).
Samolaco fece parte in epoca grigione come comune esteriore della giurisdizione di Chiavenna, con Prata, Mese, Gordona, Novate.
Nel territorio del comune di Samolaco si trovava la grangia costituita dal vescovo Raimondo della Torre nel 1268, che il Trivulzio, investitone nel 1501, sviluppò notevolmente, e che fu detta perciò “La Trivulzia” (o Triulza), divisa tra i comuni di Chiavenna, Piuro, Val San Giacomo, Prata, Mese, Gordona, Samolaco, Lezzeno superiore (Novate) il 15 febbraio 1542.
Samolaco dovette possedere degli ordini comunali, che però non sono stati conservati. Dalla documentazione dell’archivio comunale, carente, rispetto ad altri centri della Valchiavenna anche per i numerosi spostamenti delle sede comunale (Del Giorgio 1965), si può pertanto ricomporre ma non precisare l’organizzazione territoriale e amministrativa.
Nell’archivio comunale (Archivio comunale di Samolaco, Sezione di antico regime, serie 1.1.2) è invece conservato un volume dell’estimo risalente all’inizio del XVII secolo, precedente alla riforma generale dell’estimo di Valchiavenna del 1643 (Salice 1967).
Il comune di Samolaco, tra XVII e XVIII secolo, era organizzato in terzieri: il terziere di sotto (o di San Pietro, dal 1719) era formato dalle squadre di Selvapiana e Monastero; il terziere di mezzo (o di Sant’Andrea, dal 1741) era formato dalle squadre di L’Era e Nogaredo, Fontana e Montenovo; Paiedo costituiva il terziere di sopra (Inventario Samolaco 1996).
ultima modifica: 09/01/2007
[ Saverio Almini ]
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/10000072/