pieve di Samolaco sec. XIII - sec. XIV
La locuzione “pieve di Samolaco” con il significato di circoscrizione territoriale amministrativa e fiscale compare agli inizi del XIII secolo, negli anni in cui a Como si provvide a formare l’estimo della “civitas”, cioè della città e del vescovado. Da un documento dell’8 marzo 1213 (Fossati 1901, n. 220, 221) risulta che la pieve di Samolaco sul versante sinistro della valle abbracciava tutte le terre e regioni territoriali, sia a monte che in piano, poste tra il Pizzo e il Pozzo di Riva; di questo territorio una parte era assegnata al vescovo, e prese poi il nome di piano di Chiavenna, l’altra, a sud, prese poi il nome di piano di Mezzola. Della pieve di Samolaco facevano parte con sicurezza Gordona e Coloredo (Salice 1989).
A seguito della divisione amministrativa della città e territorio di Como disposta dal podestà comense marchese Bertoldo de Hohenburg nel 1240 la pieve di Samolaco venne compresa nella circoscrizione di porta San Lorenzo, insieme alle pievi di Sondrio, Berbenno, Chiavenna, Ardenno, Olonio. Nel 1279 fu confermata l’appartenenza della pieve di Samolaco alla porta San Lorenzo (Gianoncelli 1982).
Come entità amministrativa civile, la pieve di Samolaco fu probabilmente assorbita da Chiavenna in occasione del riordino attuato dai Visconti, divenuti signori di Como nel 1335. Decisiva per la riunificazione amministrativa delle pievi di Chiavenna e di Samolaco fu la revisione dei loro estimi, operata sotto Azzone nel 1338. Da un documento del 14 luglio 1436 (Archivio comunale di Chiavenna, cart. 15 s. 6 fasc. 2) si può dedurre che l’“universitas loci et territori Semologo, Vallis Clavenne” facesse ormai parte amministrativamente della Valchiavenna (Salice 1989).
ultima modifica: 09/01/2007
[ Saverio Almini ]
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