comune di Almenno sec. XII - 1369
Nell’alto medioevo Almenno fu sede di una corte regia longobarda, citata in un diploma del re longobardo Astolfo nel 755. Nell’892 la corte venne ceduta da Guido di Spoleto al conte di Lecco, cui rimase soggetta fino al 975. In quell’anno passò in feudo al vescovo di Bergamo. I consoli del comune di Almenno sono menzionati per la prima volta in un atto del 1151. Ancora nel 1216, però, per l’elezione del console si aveva necessità della ratifica vescovile.
Il 3 marzo 1220 il vescovo riconobbe ufficialmente l’istituzione comunale attraverso la cessione della propria giurisdizione. A quell’epoca il comune coincideva territorialmente con la corte vescovile: comprendeva, quindi, i due Almenno, Palazzago, la valle Imagna e Brembilla. Verso il 1230 si staccarono, a formare comuni autonomi, Palazzago, Brembilla e la valle Imagna (dopo il 1237). Nel 1220 si avevano “rectores” del comune definiti “potestas et consules”, un’assemblea definita “publica conctione comunis”, un consiglio di credenza formato da trenta membri (ridotti a ventiquattro nel 1360) che eleggeva i consoli e i sindaci, un ufficiale addetto alla custodia del castello, eletto dal comune, definito “portenarius castro”, un camparo (dopo il 1356), un calcatore, un correttore degli statuti, un revisore dei conti, un notaio comunale, il caneparius (dal 1217), il tesoriere comunale. Nel 1369 è attestata la divisione in Almenno Superiore e in Almenno Inferiore (Manzoni 1988).
ultima modifica: 27/10/2002
[ Fabio Luini, Cooperativa Archimedia - Bergamo ]
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