camera fiscale 1428 - 1797
Se le competenze economiche nei rettorati di Terraferma spettavano ai capitani, il centro finanziario dello stato veneto era dato dalle camere fiscali, guidate a livello locale da patrizi veneziani detti camerlenghi. Nelle camere fiscali affluivano tutte le entrate fiscali frutto sia di imposizione diretta che indiretta, oltre ad altre entrate quali ad esempio quanto di spettanza dalle condanne, in genere criminali, di vicariati e podestarie del territorio.
I camerlenghi erano affiancati da numerosi altri funzionari di grado inferiore: il massaro, il quale apriva e chiudeva la camera e la riforniva di tutto quanto era necessario al suo funzionamento; il contador di camera, che pagava le milizie; i quadernieri, che riportavano le partite della contabilità sugli appositi registri; il proto di camera, che doveva tenere verificato lo stato delle mura; il vicecollaterale, incaricato di provvedere al pagamento dei salariati, i quali potevano essere pagati dal camerlengo solo dietro presentazione di bollette sottoscritte dai rettori. Teneva presso di sè anche un registro di ducali relative alla milizia e alle fortificazioni cittadine; il ragionato, l’avvocato fiscale, il procuratore di camera, i soprascrivani, il fante di camera, il pesador di camera, il ragionato delle fabbriche e munizioni (Da Lezze 1596 e AC Bergamo, inventario Archidata).
ultima modifica: 19/01/2005
[ Fabio Luini, Cooperativa Archimedia - Bergamo ]
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