consiglio maggiore 1517 - 1797
Con decreto del 21 aprile 1517 il consiglio dei Dieci di Venezia soppresse il consiglio dei diciannove, portò a cento il numero dei consiglieri ridando vita al consiglio maggiore. I primi cento consiglieri furono in parte i membri del precedente consiglio maggiore (sessantasei su settantadue), in parte esponenti nuovi scelti da un consiglio ad hoc formato dai sessantasei, dai membri del cessato consiglio dei diciannove e da cinque esponenti per ognuna delle diciannove vicinie cittadine. Da quel momento il consiglio maggiore si sarebbe formato secondo il seguente metodo: in dicembre venivano estratti a sorte cinquanta consiglieri destinati ad uscire dal consiglio maggiore, non prima però di aver nominato, assieme ai restanti cinquanta consiglieri, i sostituti; dopo un anno di “contumacia”, i consiglieri estratti ritornavano a far parte del consiglio maggiore. L’età minima per poter sedere in consiglio era di trent’anni ed ogni casata poteva essere rappresentata da un massimo di tre membri (in seguito quattro). Il 23 maggio 1619 il numero dei consiglieri venne portato a centotrentadue, ma il 21 novembre del 1620 si ritornò a cento.
Il consiglio maggiore rappresentava “totam civitatem et commune Bergomi”, ed aveva “plenam et generalem administrationem bonorum, iurium et officiorum ac rerum omnium”. Non poteva essere legittimamente convocato se prima non erano stati convocati i rettori; alla seduta del consiglio doveva essere presente almeno un rettore o, in sua vece, il camerario (camerlengo) o il vicario pretorio.
Il consiglio poteva validamente deliberare solo se raggiungeva il quorum di settanta consiglieri. I consiglieri erano liberi di esprimere le proprie opinioni, avevano l’obbligo di esprimere il proprio voto, personale e segreto, sopra ogni singola “parte” (pena la privazione di tutti gli uffici per la parte restante del mandato e per il decennio successivo) tranne quelle attinenti materie nelle quali avevano interessi le loro famiglie e agnazione.
I membri del consiglio maggiore, divisi in sei gruppi, nei quali era vietata la contemporanea presenza di consiglieri della stessa famiglia, ed estratti a sorte ogni due mesi da uno dei rettori, formavano il consiglio minore, o “bina”. Durante la prima seduta, il consiglio maggiore eleggeva i venticinque consiglieri detti “del primo scrutinio” (destinati ad uscire dal consiglio l’anno successivo) un sindico della città, sei giudici delle vettovaglie, due giudici alle strade, due giudici ai danni dati, il ragionato, il tesoriere, due esecutori ai sussidi, due esecutori alle entrate straordinarie, un esecutore alle gravezze del clero, nove notai di vari uffici, sei collaterali o cavalieri di comun, otto cavaglieri alle strade, il massaro del monte dei pegni, i giusdicenti del territorio, quindi i venticinque consiglieri “di secondo scrutinio” (anch’essi destinati ad uscire dal consiglio) e, nel corso del mese di dicembre, i sei deputati di mese. In gennaio, fra l’altro, i deputati ai conti generali, quelli ai conti del palazzo, i sindaci di palazzo e i deputati alle mura vecchie (AC Bergamo, inventario Archidata; capitolare officiorum).
ultima modifica: 19/01/2005
[ Fabio Luini, Cooperativa Archimedia - Bergamo ]
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