consiglio minore 1353 - 1797
Se già nello statuto del 1331 si era fatto cenno a consigli ristretti (conscillio quatuor portarum, conscillium sapientium, conscillium dominorum), é solo a partire dallo statuto del 1353 che si delinea con chiarezza l’esistenza di un consiglio minore denominato “provisione piccola” formato da dodici membri del consiglio maggiore di nomina podestarile, i quali, estratti a sorte, stavano in carica per un mese. Si trattava, quindi, dei primi segni della presenza viscontea all’interno del comune cittadino fino nella componente più delicata, le assemblee (Storti Storchi 1984).
In età veneta, la situazione non mutò rispetto al periodo visconteo.
Il consiglio minore, detto anche degli anziani (dal 1374), quando si riuniva al solo fine consultivo senza la presenza dei rettori, prendeva il nome di “bina secca”; quando, invece, si riuniva per deliberare alla presenza dei rettori, prendeva il nome di “bina verde”. Il consiglio minore aveva il potere di convocare il consiglio maggiore e di proporre qualsiasi “parte”, anche contro il parere degli altri consiglieri; vigilava sull’esecuzione delle deputazioni, delle quali era informato bimestralmente dai cancellieri del comune; proponeva ogni due mesi i piani volti alla diminuzione delle spese del comune e le autorizzava.
In novembre, il consiglio minore procedeva alle seguenti elezioni: un contradittore, due deputati alla ragioneria, due alle carceri, tre all’assunzione di informazioni sulle fideiussioni dei dazi macina, del territorio e del pane, tre per il dazio generale; incantava il dazio dell’estrazione dei vini, leggeva le relazioni dei sindaci di palazzo e quella dei deputati ai conti generali; eleggeva, infine, i tre deputati al pepe.
In dicembre, invece, eleggeva due deputati del collegio “ad prestanda auctoritates”, i consoli di giustizia, quattro notai “ad prestanda auctoritates”, tre “defensores pauperorum et carceratorum”, tre deputati all’approvazione degli statuti dei paratici.
In una seduta successiva il notaio principale del giudice alla ragione e dazi, uno per i consoli di giustizia che tenesse le chiavi dell’archivio criminale, uno per i consoli dei mercanti, uno per i giudici ai danni dati. In seguito dieci notai all’ufficio pretorio, cinque per il vicario pretorio, tre per i consoli di giustizia, tre per il giudice alla ragione e dazi, due per consoli dei mercanti, uno per i giudici ai danni dati. In marzo: due deputati alla processione del Venerdì santo, due agli incendi.
In maggio tre deputati alla processione del Corpus Domini, tre ai Bagni di Trescore, due per i balotini, due medici per i Bagni.
In giugno: due deputati alla processione del 28 giugno, tre conservatori nundinarum.
In luglio ricevevano giuramenti e fideiussioni dei giudici, tesoriere, ragionato e notai al maleficio, principali e coadiutori, e del lettore in corte (AC Bergamo, inventario Archidata; capitolare officiorum).
ultima modifica: 19/01/2005
[ Fabio Luini, Cooperativa Archimedia - Bergamo ]
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