notaio principale del banco del vicario pretorio 1428 - 1797
La formazione dei processi e la raccolta degli “instrumenti” delle cause era svolta nell’ufficio del vicario pretorio. Di esso facevano parte un notaio principale, che per ordine della città doveva far parte del collegio dei notai, e diversi notai coadiutori. Un proclama a stampa del 1584 dal titolo “De Notariis Principalibus et Coadiutoribus Officiorum Pallatii” ribadì le competenze dei notai principali e coadiutori degli uffici civili. Una delle competenze del notaio principale dell’ufficio del vicario pretorio, il più importante insieme a quello dell’ufficio pretorio, era quella di “exigere pecunias” dai notai coadiutori del suo ufficio e dai notai principali e coadiutori degli altri uffici, per consegnarle nelle mani del tesoriere del comune. Stante questa situazione patrimoniale degli uffici da parte del comune, forse si spiegherebbe l’anomala presenza presso un archivio comunale di atti di magistrature di nomina veneziana, come pure la preoccupazione del comune stesso, di cui si ha testimonianza sempre nel citato proclama, che ogni notaio principale fosse tenuto a “cartare filtias” per ogni atto dell’ufficio a cui fosse deputato, ad annotare gli stessi atti in una rubrica alfabetica, affinché fossero facilmente reperibili, e a “fieri computa” ogni volta degli atti. Per le spese processuali i notai dovevano attenersi rigidamente a un tariffario (AC Bergamo, inventario Archidata).
ultima modifica: 19/01/2005
[ Fabio Luini, Cooperativa Archimedia - Bergamo ]
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