ufficio pretorio 1428 - 1797
A Bergamo in prima istanza ogni attore poteva scegliere se adire la propria causa civile dinanzi al podestà, al vicario pretorio, al giudice alla ragione e dazi o a alla magistrature cittadine dei consoli di giustizia e dei consoli dei mercanti; solo per determinate materie vi erano competenze specifiche delle singole magistrature: ad esempio, il podestà aveva competenza specifica nelle “questioni testamentarie e di lettere a Venezia”.
Il podestà, nel momento in cui giudicava nell’ufficio pretorio, aveva competenze civili complementari a quelle che esercitava nel momento in cui giudicava nella cancelleria pretoria. Era spesso sostituito dal vicario pretorio in qualità di vicario vicegerente pretorio “à fine di sollevarsi almeno in parte dalla sottoscrizione d’infiniti mandati, e da certe istanze di piccola levatura (…)” e per potersi dedicare “ò alla pubblica udienza, overo attenta digestione di materie più gravi” poiché “non può esser pronto ad ogn’altra picciola istanza, né può tutto supplire”.
Il vicario pretorio agiva in qualità di vicegerente in base ad esplicito mandato del podestà. Le cause giudicate come vicegerente pretorio avevano lo stesso valore di quelle giudicate direttamente dal podestà, e in caso di appello passavano alla Dominante. Solo raramente le funzioni di vicegerente erano svolte dal giudice alla ragione e dazi e dal giudice al maleficio.
A differenza della cancelleria pretoria (formata da notai che appartenevano al seguito del podestà e dipendevano direttamente da questo, offrendo quindi maggiori garanzie di sicurezza e segretezza), l’ufficio pretorio era composto da notai membri del collegio notarile di Bergamo che venivano eletti, confermati, sostituiti dal consiglio maggiore cittadino; essi erano stipendiati dalla città ed alla città, che ne era proprietaria, andavano tutti i proventi derivanti dalla gestione dell’ufficio pretorio (redazione e copia degli atti) (AC Bergamo, inventario Archimeda).
ultima modifica: 19/01/2005
[ Fabio Luini, Cooperativa Archimedia - Bergamo ]
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/1000544/