comune di Calcinate sec. XIII - 1797
Citato agli inizi del Duecento (Caproni 1983), nel 1331 faceva capo alla “facta” di Porta Santo Stefano “de Foris” (Statuto di Bergamo 1331). Distrutto dai ghibellini di Romano nel 1380, venne donato nel 1405 a Bartolomeo Colleoni (Carminati 1892).
In età veneta fu capoluogo della quadra di Calcinate, retto da un console, la cui carica era data all’incanto, quattro sindaci, eletti annualmente dal consiglio generale, e un tesoriere. Il tesoriere attendeva alla gestione finanziaria del comune rendendo conto ai sindaci. A fine Cinquecento il comune possedeva 200 pertiche di terra e alcune “gere” per lungo tempo usurpate dal conte Francesco Malpaga il quale in seguito, “rimosso dalla conscientia”, pagò l’affitto al comune. A fine Cinquecento contava 140 fuochi e 970 abitanti (Da Lezze 1596).
Nel maggio 1749 il capitano di Bergamo Alvise Contarini II emanò dei “Capitoli” con i quali vennero modificati alcuni meccanismi amministrativi: si stabilì, tra l’altro, che la carica di tesoriere venisse data all’incanto e che si eleggessero due calcolatori incaricati di rivedere i conti degli amministratori uscenti (capitoli di Calcinate, 1749). Alla fine del Settecento contava 1200 abitanti (Maironi da Ponte 1776).
ultima modifica: 09/12/2003
[ Fabio Luini, Cooperativa Archimedia - Bergamo ]
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