sindaco generale 1476 - 1797

Il sindaco generale di quadra, eletto dal consiglio, aveva mandato “di diffender le raggioni dela quadra et diffender anco tutto il teritorio quando che gli fusse comandato cosa contraria alla libertà loro”. Oltre che rappresentante legale della propria circoscrizione, il sindaco di quadra era soprattutto l’esecutore delle norme tributarie emanate da Venezia. Suo compito specifico era quello di riscuotere i tributi straordinari sulla base del valore d’estimo attribuito al proprio distretto.
Tali tributi potevano essere di due tipi: riferiti alla sola quadra di Calcinate, come quelli necessari per i salari agli ufficiali militari ed ai funzionari, per le spese ed i trasporti di calce per la costruzione delle mura di Bergamo, per le spese dei lavori di manutenzione ordinaria delle tezze del salnitro (si trattava di un esborso complessivo per i comuni di circa lire 1.000 all’anno; le tezze in questione erano grandi tettoie sotto le quali veniva depositata la terra ricca di depositi organici ed escrementi animali da cui veniva ricavato il salnitro), oppure riferiti al Piano tutto, di cui la quadra era una ripartizione, come le “gravezze” ordinarie dei guastatori, le spese ed i trasporti di generi alimentari e legna per i rettori di Bergamo e carbone per la Fortezza.
In questo sistema spicca la figura dell’esattore o tesoriere che generalmente era anche il sindaco generale di quadra e che quindi diventava l’arbitro delle sorti finanziarie ed economiche del distretto. Il ruolo dell’esattore era sempre coperto, naturalmente, da persone di censo elevato, grandi proprietari terrieri o imprenditori di ricchezza consolidata, che erano gli unici che potevano garantire la solvibilità del distretto quando ottenevano l’incarico dell’esazione.
La carica non veniva mai messa all’incanto, ma era elettiva. Anche se il mandato veniva conferito con l’elezione da parte del consiglio, prevaleva il peso e l’influenza esercitata da quelle persone, rappresentanti del ceto mercantile e finanziario, che erano in grado di garantire la solvibilità del distretto di fronte alle incessanti pretese finanziarie dello Stato. Spesso inoltre gli esattori, nell’ambito della stessa esazione, anticipavano l’importo dovuto dai singoli comuni, ed applicavano tassi d’interesse tali da incidere duramente su quei bilanci già provati da altre esazioni. Forme vere e proprie di controllo dovevano essere esercitate sulla contabilità del sindaco generale e per garantire il corretto svolgimento di tale attività.

ultima modifica: 11/03/2003

[ Fabio Luini, Cooperativa Archimedia - Bergamo ]