commissario della val San Martino 1440 - 1797
Il vicario di valle era denominato “commissario” perché, nel 1440, durante il conflitto fra Milano e Venezia, la val San Martino aveva lasciato Milano per tornare sotto Venezia. Questa aveva inviato sul posto Leonardo Proposulo col titolo, provvisorio, di commissario (in quei giorni in valle erano ancora presenti milizie milanesi e il vicario sforzesco). Il commissario, che risiedeva in Caprino, aveva autorità nel civile sino a 200 lire e nel penale sino a 25 (somme in seguito incrementate per arrivare, a fine Settecento, a 2200 lire nel civile e 100 nel penale), con gli appelli a Bergamo. Veniva inviato da Bergamo e poteva anche non essere membro del collegio dei giuristi ma un gentiluomo o un semplice notaio.
La valle aveva il privilegio, però, che non provenisse da Bergamo, Lecco, Como, Valsassina e val Taleggio. Il commissario poteva confermare i tutori, prestava autorità alle donne nei negozi, emancipava e si insinuava nelle donazioni, il tutto sino a 200 lire, definiva, con quattro deputati alle vettovaglie, i calmieri. Le condanne criminali andavano alla camera fiscale di Bergamo, le civili restavano in valle. Il commissario portava con sé un notaio e un fante.
ultima modifica: 19/01/2005
[ Fabio Luini, Cooperativa Archimedia - Bergamo ]
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