comune di Caravaggio sec. XII - 1757
Il comune di Caravaggio é menzionato per la prima volta in una convenzione stipulata dai suoi tre consoli con il vescovo di Cremona nel novembre 1182. Quattro anni più tardi, Caravaggio fu inserito da Federico I nella “communitas mediolanensis”. Distrutto nel 1251, Caravaggio fu dichiarata nel 1323 terra della Santa Sede. Ciò, tuttavia, non impedì che nel 1335 il comune venisse incorporato nello stato visconteo con la conferma degli statuti del 1332. Il comune trecentesco appare amministrato da un podestà, affiancato da un luogotenente, e da un castellano, tutti di nomina milanese, e da organi cittadini: un consiglio generale, che si riuniva ogni anno alla fine di giugno per procedere al riparto fiscale, un consiglio ordinario, formato da quattordici consiglieri e quattro consoli, un cancelliere. Tale organigramma pare rimanere sostanzialmente stabile sino a metà Settecento. In quanto centro della Gera d’Adda, inoltre, vi risiedeva anche un vicario (commissario in epoca sforzesca) e un traverserio (poi capitano del divieto) preposto al dazio di transito.
Nel 1453 ottenne da Milano la conferma di tutti i privilegi concessi in precedenza.
Nel maggio 1525 Caravaggio venne infeudato al marchese Giovanni Paolo Sforza (e ai suoi discendenti) con la concessione del mero e misto imperio. Il marchesato comprendeva anche Misano, Calvenzano, Casirate, Arzago, Canonica, Fara e Pontirolo (Santagiuliana 1951). Alla fine del ’600, esauritasi la discendenza sforzesca, tornò libero comune. Acconsentì all’inizio del Settecento alla infeudazione alla Sforza Visconti nel 1713.
l comune era amministrato da un consiglio ordinario formato da diciotto membri, tutti più o meno estimati nella comunità. “Ogn’anno de suddetti n° 18 si fanno tre biglietti ed in ciascuno di detti biglietti si pone il nome di quattro e poi a sorte si estrahe un biglietto e quelli che sono notati nel medesimo governano come consoli, o sia regenti la comunità ne primi quattro mesi dell’anno”. I consiglieri restavano in carica per tre anni. Ogni anno venivano eletti quattro “soprintendenti de mandati, de confessi e per la formazione de riparti e de conti all’esattore” (detti ragionati della comunità).
In altre situazioni, si invitavano anche i maggiori estimati, a formare un consiglio allargato. Il consiglio generale dei capifamiglia e degli estimati si riuniva il 24 giugno, per le imposte, o quando serviva. Ai consigli partecipava il podestà. Vi erano due cancellieri, il “cancellier notaro” e il “ragionato”: il primo aveva cura dei mandati, lettere, libri dei conti resi dall’esattore; il secondo del catasto e si occupava dei riparti d’estimo.
A metà Settecento il risultavano salariati anche due cancellieri, uno dei quali definito anche ragionato, due cavalieri “solicitator” in Milano, un campanaro, un quattro portinari delle porte, un chirurgo, alcuni deputati alle strade e acque, un sovrastante della Roggia Grande, uno della Roggia di Sopra, uno della Roggia Basso, uno del Rebusino, un camparo della roggia Morengo. A quella data contava 2140 abitanti (risposte ai quarantacinque quesiti).
La riforma del 1755 organizzò il comune secondo il dettato generale (editto 30 dicembre 1755).
ultima modifica: 09/12/2003
[ Fabio Luini, Cooperativa Archimedia - Bergamo ]
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