consiglio generale sec. XV - 1797
Il consiglio generale era composto da tutti gli uomini capaci di voto, cioè iscritti nelle liste d’estimo del comune e in possesso dello “status” di vicini del comune. Il consiglio generale veniva congregato e presieduto dal console. Perché una deliberazione presa in consiglio avesse valore dovevano essere presenti almeno i due terzi degli aventi diritto. Ogni deliberazione veniva approvata o cassata tramite la “ballottazione” finale (votazione a bussole segrete).
Normalmente il consiglio generale si riuniva dopo il vespro e rispettava un calendario fisso: per l’incanto dei beni comunali (21 dicembre), per l’elezione “ordinaria” degli ufficiali del comune (31 dicembre) fra i quali si segnalano: i due ragionatori, che avevano il compito di controllare le scritture contabili e di redigere, con il console e lo scrittore (dalla seconda metà del XVII sec. insieme ai defensori o sindaci) il bilancio del comune; i sei calcatori; i quattro esattori, che ricevevano per incanto dal comune l’appalto della riscossione delle taglie, la quale poteva essere effettuata anche dal canepario; gli estimatori, il cui numero variò nel tempo (tre nel 1547, otto nel 1588, sei nel 1680); il canepario, al quale era demandata la gestione finanziaria del comune, e la cui carica fu messa all’incanto dopo il 1655.
ultima modifica: 27/10/2002
[ Fabio Luini, Cooperativa Archimedia - Bergamo ]
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