comune maggiore di Albino sec. XII - 1797
Il comune maggiore di Albino, organismo formato da Albino, Comenduno e Desenzano, è testimoniato sin dal 1173. A metà Trecento il comune maggiore era retto da un consiglio di credenza (formato da quindici membri, cinque per ogni comune, eletti annualmente nei rispettivi consigli), un consiglio generale, tre consoli, un tesoriere (eletto da cinque o sette elettori scelti a sorte fra i membri del consiglio di credenza), sei campari. I consigli si tenevano in Desenzano (Soglian, Albino). Secondo le descrizioni dei confini effettuate 1353 e 1392 il comune maggiore si presentava come un consorzio formato da tre comuni che disponevano, per l’uso comune da parte dei rispettivi abitanti, di un vasto territorio. Questo si estendeva sulla destra del Serio, sull’attuale area dei comuni di Albino e Aviatico, arrivando quindi anche sul versante della valle Brembana, e sull’altro versante del Serio, fino al confine con vall’Alta.
La realtà amministrativa che tale ente rivestì assunse fisionomia diversa in rapporto alla collocazione storica: durante la sua evoluzione nel secolo XIV, con l’affermazione dello stato cittadino, il comune maggiore appare bene organizzato come ente territoriale, in grado anche di soddisfare le richieste della città in relazione alla ripartizione dei dazi. Con l’avvento dello stato signorile, il comune maggiore mantenne l’aspetto di un’organizzazione separata, ma la sua funzione non pare andare al di là della gestione di beni indivisi.
Nel XVIII secolo il comune maggiore pare invece avere una funzione principalmente orientata alla gestione del patrimonio, con base sulle persone piuttosto che sui comuni che l’avevano formato. La gestione delle terre comuni venne in parte (boschi e pascoli) lasciata alla collettività e in parte (soprattutto l’arativo) affidata in uso temporaneo. Ciò richiedeva naturalmente un’organizzazione, anche se la scarsa documentazione pervenutaci non riporta nulla della gestione ordinaria di un’assemblea deliberante e di funzionari da quella nominati. Risulta invece ampiamente esemplificata l’attività di controllo e di vigilanza svolta dai campari e dei sindaci responsabili della gestione dei beni.
Gli statuti del comune maggiore del 1450 mostrano uno stadio dell’evoluzione di questo patrimonio immobiliare e dell’utilizzo delle sue risorse. La convenzione tra i comuni di Albino, Comenduno e Desenzano su quelle terre indivise era purtuttavia soggetta all’approvazione del consiglio maggiore di Bergamo e dei rettori di Bergamo attraverso parere favorevole di due deputati, a significare comunque un controllo da parte della città e della Dominante. L’uso dei beni indivisi venne regolamentato dettagliatamente in vista di un’equa distribuzione delle risorse: non furono previsti privilegi di sorta per alcun singolo. Parimenti tali risorse dovevano essere amministrate nel rispetto dei loro tempi fisiologici: il taglio del bosco era limitato all’uso familiare ed era consentito il piccolo commercio; il pascolo era circoscritto ad alcune località e solo per un quantitativo limitato di capi; la coltivazione nei terreni affittati doveva rispettare lunghi periodi di riposo. Infatti ogni anno, nei mesi di marzo e aprile, dopo un apposito bando, i terreni venivano distribuiti a chi ne avesse fatto richiesta e fosse stato in grado di lavorarli. La conduzione aveva un limite prefissato di tre anni, il contadino doveva abbandonarli e lasciarli incolti per altri tre: in tal modo era possibile nello stesso tempo rimarcare la proprietà comune del terreno da parte del comune maggiore. Molto probabilmente queste terre erano destinate alla cerealicoltura; ai deputati del comune maggiore spettava fissare la data della mietitura; l’affitto era pagato, in natura con cereali grezzi a San Lorenzo, o, in denaro, a San Martino.
La caduta della Serenissima non comportò di per sé la fine del comune maggiore: questo però entrò in una crisi che divenne irreversibile durante il periodo napoleonico e che ebbe termine con l’inizio della Restaurazione, quando vennero ripartiti i beni comuni e gli oneri a carico di esso.
ultima modifica: 20/02/2003
[ Fabio Luini, Cooperativa Archimedia - Bergamo ]
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