comune di Gandino sec. XII - 1797
Il 3 maggio 1180 il vescovo di Bergamo Guala investì in perpetuo il comune di Gandino, rappresentato da tre consoli e due altre persone, del godimento della riserva signorile di caccia e dei diritti di caccia sulle terre comuni e su quelle private. A quella data, quindi, il comune era una realtà già esistente e funzionante. Cinquant’anni più tardi, il 26 luglio 1233, venne steso il cosiddetto “atto di emancipazione”, con il quale il comune di Gandino acquistava piena autonomia da Arpinello Ficieni, il signore (più nominale che di fatto) del luogo (Zonca 1993). Verso la metà del Trecento, la valle Gandino venne assoggettata dai Visconti. Il 27 ottobre 1427 la valle fece atto di volontaria sottomissione alla Repubblica di Venezia.
Nel 1435 i comuni della media valle Seriana si unirono a formare una confederazione che aveva come sede Gandino e organo principale il consiglio di valle.
I secoli XV e XVI videro una fiorente attività economica di lavorazione della lana fiorire a Gandino, e in generale in tutta la valle. Alla fine del Cinquecento risultavano attivi, azionati dalle acque del torrente Romna, undici mulini, undici folli, sei tintorie e ventuno argani da panno. A fine Cinquecento contava 320 fuochi e 2245 abitanti (Da Lezze 1596).
Ingente era il patrimonio comunale: secondo un documento di metà Settecento, il comune possedeva sette mulini (con undici ruote), il palazzo del podestà, due taverne, un’osteria, tre estesi pascoli (campo d’avene, monte di Guazza e prati Barbogli), oltre ad altri prati da taglio e boschi di minore importanza. Boschi e pascoli erano tutelati da precise e severe norme statutarie. Fino agli inizi del secolo XVIII il comune era stato proprietario anche di alcuni folli per la lavorazione della lana. In seguito, questi vennero venduti per far fronte alle crescenti difficoltà economiche comunali. I numerosi mulini comunali venivano generalmente dati in affitto a privati (Rota 1993).
Risalgono al 1445 gli statuti di Gandino che modellarono la struttura amministrativa del comune fino alla fine dell’Ancien Regime. Il comune era amministrato da tre consigli: arengo, consiglio dei ventiquattro e consiglio di credenza. Quest’ultimo nominava i principali ufficiali comunali, fra i quali i consoli. Alla fine del Settecento la struttura consigliare venne modificata: i tradizionali consigli vennero, infatti, sostituiti dal consiglio maggiore, detto anche consiglio d’arengo, e dal consiglio minore (AC Gandino, inventario; statuti di Gandino 1445).
A fine Settecento contava 2800 abitanti (Maironi da Ponte 1776).
ultima modifica: 09/12/2003
[ Fabio Luini, Cooperativa Archimedia - Bergamo ]
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