consoli 1180 - 1797
Secondo quanto disposto dagli statuti del 1445, il consiglio di credenza nominava sei consoli semestrali che dovevano rimanere in carica a coppie per due mesi. In precedenza, il numero dei consoli era variato fra tre a cinque, con rappresentanza delle contrade interne di Gandino, di Peia e Cirano. Ai consoli spettavano, naturalmente, compiti numerosi e assai importanti. Come rappresentanti del comune presso le magistrature bergamasche e veneziane dovevano, per esempio, portare le denunce a Bergamo o al vicario di valle e accompagnare soldati e galeotti. A loro competevano i pignoramenti, le intimazioni di pagamento per i debitori del comune, la rilevazione dei danni arrecati a persone, cose e animali. Fino a dieci lire avevano libera facoltà di spesa, necessitando, per somme superiori, dell’autorizzazione dell’arengo o del consiglio di credenza. Dovevano provvedere che i notai compilassero i registri contabili, ed erano responsabili della loro custodia. Dovevano controllare settimanalmente fonti e mulini, e ordinare e seguire gli incanti di beni comunali. Al termine del mandato, il loro operato veniva vagliato dai sindacatori.
La carica subì numerose modificazioni: la più importante quella sancita nell’arengo del giugno 1616, con la quale il numero di consoli venne dimezzato per permettere ad ogni bina di governare per quattro mesi con una contumacia di tre anni.
ultima modifica: 27/10/2002
[ Fabio Luini, Cooperativa Archimedia - Bergamo ]
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