notai 1445 - 1797
I notai venivano nominati dal consiglio di credenza in prima seduta, in numero di tre per semestre, ciascuno al servizio di una bina consolare. Anche il loro operato era sottoposto al vaglio dei sindacatori. Dovevano, ovviamente, partecipare alle riunioni consiliari, verbalizzare temi trattati, votazioni e nomi dei presenti. Non avevano, perĂ², diritto di voto. Dovevano redigere i registri contabili, fra i quali importante era quello dei debitori del comune. Questi venivano segnati in triplice copia: una sul libro comunale, una su un registro di riscontro, detto “contraforto”, conservato in uno scrigno chiuso con due chiavi presso il consiglio di credenza, e una terza su un secondo “contraforto” conservato da un vicino senza cariche amministrative. Accompagnavano i consoli nelle verifiche dei danneggiamenti.
Il notaio in carica in aprile doveva accompagnare il console in un giro del territorio comunale per verificare la riscossione del tributo dell’acqua e iscrivere su un registro ad hoc i capi di bestiame soggetti alla taglia comunale.
Il notaio in carica a novembre, invece, doveva curare la descrizione degli utensili conservati nei mulini comunali dati in appalto e del loro stato. Gli statuti permettevano al consiglio di credenza di eleggere anche un notaio a sostegno e garanzia dei responsabili della taverna comunale e altri notai che redigessero gli atti relativi alla chiesa di Santa Maria e alla misericordia (in particolare quest’ultimo nominava, assieme al massaro, i dieci rettori della misericordia).
ultima modifica: 27/10/2002
[ Fabio Luini, Cooperativa Archimedia - Bergamo ]
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