comune di Gromo sec. XII - 1797
Il territorio del comune di Gromo fu donato nel 774 da Carlo Magno alla canonica di San Martino di Tours; i canonici scambiarono questo possesso nel 1026 con il vescovo di Bergamo Ambrogio che ne divenne così feudatario. Il comune di Gromo acquistò la sua autonomia sul finire del XII secolo e già nel 1238 possedeva uno statuto che regolamentava la sua autonomia sia in campo economico che giudiziario. Nel 1267 Bergamo concesse a Gromo il privilegio di diventare borgo della città e l’esenzione da quasi tutte le imposte. Nel 1331 faceva capo alla “facta” di porta San Lorenzo (Statuto di Bergamo 1331).
Nel passaggio al dominio veneto il comune vide riconfermati gli statuti e i privilegi goduti precedentemente, venne inoltre compreso istituzionalmente nella valle Seriana Superiore.
Dal punto di vista istituzionale, il comune era retto da un consiglio generale, che eleggeva tutte le cariche comunali, e da un consiglio di credenza, con funzioni esecutive, secondo quanto stabilito da uno statuto del 1512 (AC Gromo, inventario; statuti di Gromo sec. XVI-XVII). A fine Cinquecento il comune possedeva quattro ruote di mulino, affittate, pascoli e boschi. A quella data contava 154 fuochi e 756 abitanti (Da Lezze 1596). A fine Settecento ne contava 618 (Maironi da Ponte 1776).
Nel 1610 si staccò, con Ardesio, Gandellino e Valgoglio, dalla valle Seriana e formò con essi la quadra di Ardesio. Fra il 1612, e il 1621 la contrada di Boario si eresse a comune autonomo (AC Ardesio, inventario).
I vicini, o “antichi originari”, erano i soli a partecipare alla vita politica e ad usufruire dei proventi dei beni comunali, ma nel 1760 i “forestieri” chiesero, e ottennero dopo una lunga vertenza giudiziaria, di poter essere nominati “nuovi originari” e di poter così acquisire i diritti fino ad allora preclusi. Gli antichi originari allora costituirono un organismo a se stante nell’ambito del comune, cioè la “vicinia”, la quale istituì un proprio consiglio parallelo a quello del comune con il compito di difendere gli interessi dei capi famiglia originari.
ultima modifica: 09/12/2003
[ Fabio Luini, Cooperativa Archimedia - Bergamo ]
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