consiglio maggiore 1511 - 1797
Il consiglio maggiore (o consiglio generale, arengo) era l’assemblea di tutti i capifamiglia del comune. Questi dovevano avere un’età non inferiore a 18 anni, essere “vicini” (cioè uomini originari del comune) e come tali sostenere gli oneri del comune. Il consiglio maggiore veniva convocato una volta all’anno il primo di gennaio con il compito di rinnovare la cariche comunali. La riunione si teneva, solitamente, nella casa comunale. Il consiglio maggiore poteva anche essere riunito durante l’anno su richiesta del console, del canepario e di due credendari. La riunione, per poter deliberare, doveva essere composta da almeno i due terzi degli aventi diritto, le assenze dovevano essere dovute solo a gravi motivi.
Il consiglio aveva il compito di deliberare sulle entrate e sulle uscite del comune, di imporre dazi e gravezze, di nominare sindaci e procuratori speciali per le liti e gli arbitrati.
Nella riunione d’inizio d’anno il consiglio eleggeva, a voce o a scrutinio segreto, un console, un canepario, un notaio-scrittore, quattro credendari, due campari, i bollatori, quattro calcatori (ai quali spettava anche la vigilanza sui mulini comunali), il servitore, i sindaci della Misericordia, due molinari, l’agrimensore, il canevaro, il sagrestano della chiesa di San Gregorio e, ogni cinque anni, i quattro deputati all’estimo, scegliendoli tra le persone di buona “voce, conditione e fama”. In quella occasione venivano incantati i dazi e affittati i beni comunali, che consistevano nei pascoli sui monti Boirasco, Spiazzoli ed Avert, in un mulino e in una segheria. L’elezione del canepario, o tesoriere, del canevaro, dei sindaci della Misericordia e del sagrestano di San Gregorio è documentata fino alla metà degli anni sessanta del XVIII secolo; da quel momento questo e altri incarichi, prima spettanti al consiglio, divennero di competenza esclusiva dei “Capi di casa originari antichi” del comune formanti il consiglio di vicinia di Gromo e di Boario. Inizialmente il notaio-scrittore non registrava i nomi dei presenti alle riunioni; dalla metà del XVIII secolo essi sono riportati solo occasionalmente, ma dal 1772 si possono trovare con regolarità. In questa prima riunione dell’anno il consiglio deliberava anche la distribuzione di beni in natura o in denaro agli originari e in merito a richieste di prestiti.
ultima modifica: 27/10/2002
[ Fabio Luini, Cooperativa Archimedia - Bergamo ]
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/1001625/