vicinia di Gromo e Boario 1764 - 1806
I “vicini” erano coloro che fin dall’origine sostenevano gli oneri e le fazioni del comune, ne dividevano tutti i proventi e godevano ogni diritto politico e amministrativo (partecipazione all’arengo, diritto di voto, possibilità di essere eletti nelle cariche istituzionali, sfruttamento e utilizzazione di boschi e di altri beni). Da questi privilegi erano esclusi i forestieri che si erano insediati da tempo più o meno lungo sul territorio. Questa disuguaglianza provocò una contesa giudiziaria che terminò nel 1764 con una sentenza che accomunò gli aggravi e i benefici delle due parti. Questi eventi portarono gli antichi originari di Gromo a costituire un consiglio a sé, anche se non completamente separato dal consiglio maggiore del comune perché alcuni nomi si ritrovano in entrambi i consigli.
Il consiglio della vicinia cessò di esistere con un decreto reale del 1806, il quale sancì la cessazione del corpo degli antichi originari e il ritorno dei relativi beni nell’ambito dell’amministrazione comunale.
ultima modifica: 27/10/2002
[ Fabio Luini, Cooperativa Archimedia - Bergamo ]
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