console 1544 - 1797

Fino alla fine del Cinquecento risultano in carica due consoli, eletti annualmente dal consiglio maggiore. In seguito il loro numero fu ridotto ad uno. I compiti del console, o tesoriere, vennero definiti con precisione il 10 ottobre 1544. Cinque giorni prima, il consiglio maggiore aveva eletto sei sindaci con il compito di redigere una serie di capitoli che il console avrebbe dovuto osservare. Il console, dopo avere prestato la necessaria sigurtà all’atto della sua nomina, avrebbe dovuto: partecipare alla riunioni del consiglio della valle Brembana Inferiore; rappresentare il comune nelle cause giudicate a Bergamo, dove si sarebbe dovuto recare a sue spese (almeno la prima volta); recarsi a Bergamo a denunciare quanto di competenza del giudice al maleficio; recarsi a Bergamo a versare quanto dovuto alla camera fiscale; pagare il costo delle “cavalcate” del giudice al maleficio, salvo poi rivalersi sul reo, una volta identificato; riscuotere quanto dovuto dai debitori del comune; riscuotere tutte le taglie, ordinarie e straordinarie. Il comune doveva fornirgli, al momento della nomina, cinquanta lire che egli avrebbe speso durante l’anno di carica.
Verso la fine del Cinquecento si passò, anche se per un breve periodo, all’incanto della carica, che sarebbe stata assegnata a chi si fosse offerto di esercitarla al prezzo più basso. In seguito, per un periodo ancor più breve, si optò per una rotazione fra le contrade. Infine si tornò definitivamente all’elezione in consiglio maggiore. Nel corso del settecento, tuttavia, la carica appare incantata.

ultima modifica: 27/10/2002

[ Fabio Luini, Cooperativa Archimedia - Bergamo ]