Valle Brembana Superiore 1429 - 1797
La valle Brembana risulta soggetta per la prima volta ad un vicario nel 1338 e poi nel 1349. La situazione, evidentemente, non era ancora definita con certezza. Nel 1359 la valle Brembana appare assieme alle valli Imagna e San Martino. Nel 1363 e 1365 è, invece, con la valle Seriana. Nel 1368 si ha ancora un riferimento ad un vicario “vallium Seriane et Brembane” e a statuti (che per la Brembana risalgono al 1364). Nel 1379 la valle Brembana appare ancora unica.
La giurisdizione del vicario della valle Brembana al di qua della Goggia era estesa (200 lire nel civile, 50 nel criminale), le condanne in materia civile andavano alla valle, quelle criminali alla camera fiscale.
Il 20 aprile 1429 la valle venne divisa in due distinti vicariati, uno con sede a Zogno, l’altro a Serina. A questo furono aggregati Serina, Costa di Serina, Dossena, Oltre il Colle, Bracca, Pagliaro e Frerola, Cornalba e più tardi Sambusita e Rigosa. Il termine “Brembana superiore” e “inferiore” (rispetto al precedente citra Augugiam) appare consolidato a metà Quattrocento. Nel 1430 vennero confermati gli statuti viscontei del 1364, anche se entrambi facevano riferimento ancora ad un’unica giurisdizione (Varanini 1984).
Secondo quanto previsto dai nuovi statuti del 1468, la valle risultava composta, oltre che dai comuni già citati, anche da Selvino e Aviatico, comuni della valle Seriana Inferiore che facevano le fazioni con la valle Brembana Superiore mentre anche San Pellegrino e San Giovanni Bianco, appartenenti alla valle Brembana Inferiore, saltuariamente furono presenti nelle riunioni del consiglio di valle.
Le competenze della valle erano in primis la ripartizione dei carichi fiscali e l’organizzazione del territorio (strade, confini, sanità, dazi). Era amministrata da un vicario inviato da Bergamo nominato dal consiglio maggiore cittadino e stipendiato dalla stessa valle, e da un consiglio al quale spettava la nomina dei funzionari di valle (Cortesi 1994).
”Questa valle è situata in luoco sassoso et freddo in monti altissimi per longo, torzendosi alquanto verso sera … Il paese è sassoso et sterile non raccoliendosi grani per tre mesi dell’anno, onde la maggior parte delle persone abandonano la patria et vanno per il mondo. Quelli che restano attendono a bestiami et alle terre, boschi et a carboni et le donne filano stame”. Questa la non lusinghiera descrizione del capitano di Bergamo Giovanni Da Lezze a fine Cinquecento. Anch’essa, come la valle Brembana Oltre la Goggia, era esente dal 1456 dalla tassa della gente d’arme, ma pagava il dazio del pizamantello.
A quell’epoca si contavano 2 fucine, le quali lavoravano il ferro estratto da oltre il Colle o dalla valle di Scalve, 20 mulini da grano; era abitata da 4862 persone, della quali utili 805, suddivise in fuochi 1064; erano presenti sul territorio 924 bovini e 125 equini (Da lezze 1596).
Geograficamente era situata nella parte settentrionale del territorio bergamasco ed era delimitata a nord-ovest dalla valle Brembana Oltre la Goggia, ad ovest dalla valle Taleggio, a sud dalla valle Brembana Inferiore, ad est dalla valle Seriana Inferiore e dalla valle Seriana Superiore, a nord-est ancora da quest’ultima.
ultima modifica: 09/01/2006
[ Fabio Luini, Cooperativa Archimedia - Bergamo ]
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/1002752/