Val Taleggio sec. XIV - 1797
Nel 1331 faceva capo alla “facta” di Porta Sant’Alessandro (Statuto di Bergamo 1331). In età viscontea formò, con Averara un’ampia comunità definita negli statuti delle “Terre di Taleggio e Averara” del 1358 approvati dalle autorità milanesi prima e venete poi, e ampiamente privilegiata. Entrò a far parte definitivamente dello stato veneto nel 1433, quando la vicina Vedeseta rimase allo stato di Milano. A fine Cinquecento appare formato da sei contrade, definite “squadre”: Peghera, Olda, Sotto Chiesa, Castello Picino, Frag e la contrada formata dalle località di Retag, Stauci, Prerghei, Cà Cornei e il Grasso. A quella data contava 263 fuochi e 1500 abitanti.
Il comune era amministrato da un vicario, eletto annualmente, a rotazione, fra le squadra, ognuna delle quali eleggeva anche un consigliere a formare un consiglio di sei uomini che, assieme al vicario, amministrava la giustizia criminale. La valle, privilegiata, pagava a Venezia il solo sussidio (Da Lezze 1596).
Nel 1749, dati i numerosi abusi rilevati negli ultimi trent’anni nella gestione del comune, il capitano di Bergamo Alvise Contarini II pose mano ad una riforma che si concretizzò nella redazione di “Terminazioni” regolative le quali, in primo luogo, dichiararono decaduti immediatamente chi ricoprisse cariche da più di due anni, obbligando gli stessi a rendere conto del loro operato ai nuovi eletti entro trenta giorni (terminazione di Val Taleggio 1749).
Il Maironi lo descrive come comune di circa 1700 abitanti composto da quattro parrocchie e ville (Maironi da Ponte 1776) nessuna delle quali, comunque, si eresse mai a comune autonomo fino alla fine dell’età veneta.
ultima modifica: 09/01/2006
[ Fabio Luini, Cooperativa Archimedia - Bergamo ]
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