comune di Valtorta sec. XV - 1797
Nel 1457 Valtorta, centro di lunga tradizione mineraria fino a quel momento appartenente allo stato di Milano, passò sotto Venezia. Gli statuti del 1459 descrivono Valtorta, definita “comunità o sia vicaria”, retta da un vicario, al quale spettava l’amministrazione della giustizia, e un console, al quale spettava invece la gestione finanziaria, entrambi eletti dalla vicinanza (consiglio generale). Il console poteva nominare due estimatori mentre il vicario poteva scegliere arbitri per dirimere liti (statuto di Valtorta 1459).
Alla fine del Cinquecento Valtorta viene descritta come una valle formata da nove contrade. A quella data, quindi, nessuna delle nove contrade, neppure quella che dava nome alla valle (e al comune) sembrava avere un ruolo superiore alle altre.
Il comune, privilegiato dal punto di vista fiscale, a fine Cinquecento vedeva anche la presenza di tre sindaci e due bollatori. Il comune possedeva, inoltre, alcuni beni usurpati da privati. Il Da Lezze segnala la presenza di un forno e sette fucine per la lavorazione del ferro, quattro mulini e due segherie, tutti azionati dalle acque del Brembo. A quella data contava 130 fuochi e 570 abitanti (Da Lezze 1596).
Nel 1625, gli abitanti delle contrade di Costa, Cantello, Grasso, Arlongo e Rava chiesero alle autorità venete, che li accontentarono, di potersi staccare da Valtorta e di formare un comune autonomo, comune che prese il nome di “Cinque contrade” (Bottani 1996), detto anche, in testi settecenteschi, di “Oltre la valle” (Maironi da Ponte 1776). Nonostante questa separazione, Valtorta a fine Settecento contava 1100 abitanti.
ultima modifica: 09/12/2003
[ Fabio Luini, Cooperativa Archimedia - Bergamo ]
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