parrocchia dei Santi Martino e Urbano 1624 - [1989]
Parrocchia della diocesi di Como. La chiesa di San Martino di Pedenosso è ricordata negli statuti di Bormio del 1334. Nel 1453 veniva concesso ai vicini di Pedenosso, Isolaccia e Semogo della Valdidentro di avere un cappellano residente a Pedenosso (Xeres, Antonioli 1996; Visita Archinti 1614-1615, note; Sosio 1994). Tale concessione venne confermata nel 1571 dal vescovo di Como Gianantonio Volpi (Storia di Livigno 1995), all'epoca della segregazione di San Martino dalla matrice di Bormio (Visita Ninguarda 1589-1593, note). Nell'elenco del clero allegato agli atti del sinodo comense convocato nel 1565 dal vescovo Gianantonio Volpi la chiesa di San Martino di Pedenosso è attestata nella pieve di Bormio, subordinata a un rettore (Sinodo Volpi 1565).
Nel 1614, all'epoca della visita pastorale del vescovo Filippo Archinti nella pieve di Bormio, Pedenosso risultava vicecura non ancora separata dalla matrice di Bormio (Visita Archinti 1614-1615). La fondazione della parrocchia avvenne l'11 ottobre 1624, a opera di monsignor Sisto Carcano, visitatore a nome di Desiderio Scaglia, vescovo di Como, come risulta dall'atto rogato dal cancelliere Giovanni Battista Perti. Pedenosso fu la chiesa matrice dalla quale si distaccarono Semogo, Isolaccia e Trepalle (Visita Ninguarda 1589-1593, note; Sosio 1994).
La chiesa dei Santi Martino e Urbano di Pedenosso è attestata nel XVIII secolo come parrocchiale nella pieve e vicariato di Bormio (Ecclesiae collegiatae 1758; Ecclesiae collegiatae 1794).
Verso la fine del XVIII secolo il clero della parrocchia di Pedenosso risultava composto dal curato e da un coadiutore. Il giuspatronato dei benefici curato e coadiutorale era della rispettiva vicinanza. Lo stato attivo del beneficio curato era di lire 594, lo stato passivo era rappresentato dalla cura d'anime e da lire 200; lo stato attivo del beneficio coadiutorale era di lire 255.17, lo stato passivo era rappresentato dalla cura d'anime e da lire 40. Il numero delle anime era 330 (Quesiti Amministrazione Adda e Oglio, 1798).
Nel 1892, anno della visita pastorale del vescovo Andrea Ferrari, la rendita netta del beneficio parrocchiale era di lire 692.83. Entro i confini della parrocchia di Pedenosso, di nomina comunitativa, esistevano le chiese di Sant'Antonio abate di Scianno, di Sant'Antonio di Padova, la chiesa oratorio alle Torri di Fraele, e l'oratorio di Maria Santissima Immacolata, di proprietà della confraternita del Santissimo Sacramento. Nella chiesa parrocchiale dei Santi Martino e Urbano si avevano le confraternite del Santissimo Sacramento, sia maschile che femminile, fondata nel 1598, del Santissimo Rosario, fondata nel 1653, del Carmelo, fondata nel 1737, della Cintura, fondata nel 1737, della Buona Morte, fondata l'11 settembre 1675, della Dottrina Cristiana, fondata nel 1629. Il numero dei parrocchiani era 465 (Visita Ferrari, Vicariato di Bormio).
Nel corso del XX secolo, la parrocchia di Pedenosso è sempre stata compresa nel vicariato foraneo di Bormio; con decreto 29 gennaio 1968, mediante il quale furono costituite le zone pastorali nella diocesi di Como, fu assegnata alla zona pastorale XV della Valtellina Superiore e al vicariato di Bormio (decreto 29 gennaio 1968) (Bollettino Ecclesiastico Ufficiale Diocesi di Como 1968). Con il decreto 10 aprile 1984 fu inclusa nel vicariato B della Valtellina Superiore (decreto 10 aprile 1984) (Bollettino Ecclesiastico Ufficiale Diocesi di Como 1984).
ultima modifica: 03/03/2004
[ Alessandra Baretta ]
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