parrocchia di Santo Stefano sec. XVI - [1989]
Parrocchia della diocesi di Como. In epoca post-tridentina, stabilmente a partire dal XVII secolo, la parrocchia di Santo Stefano di Mazzo risulta compresa in un vicariato esteso al territorio del terziere superiore della Valtellina, alla giurisdizione di Teglio e al contado di Poschiavo (Ecclesiae collegiatae 1651); nel XVIII secolo la parrocchia di Santo Stefano era sede di un vicariato comprendente le parrocchie di Grosotto, Vervio, Lovero, Sernio, Tovo. Le restanti parrocchie, sorte nel corso dei secoli nel territorio dell'antica pieve di Mazzo, cioè Grosio, Frontale, Le Prese, Mondadizza, Ravoledo e Tiolo costituivano il vicariato di Grosio, eretto nel 1664 (Ecclesiae collegiatae 1758; Ecclesiae collegiatae 1794).
Nel 1614, all'epoca della visita pastorale dell'arcivescovo Giuseppe Archinti nella pieve di Mazzo, la chiesa plebana collegiata di Santo Stefano di Mazzo era insignita della dignità arcipresbiterale. Entro i confini della parrocchia di Mazzo esistevano le chiese della Beata Maria Vergine e la chiesa di San'Abbondio in contrada Vione. Nella chiesa parrocchiale, presso l'altare del Santissimo Rosario, era costituita l'omonima confraternita, eretta dai domenicani (Visita Archinti 1614-1615). Durante la visita pastorale non fu visitata la chiesa, esistente nel territorio parrocchiale, dedicata a San Matteo, ricordata dal Ninguarda. Questa chiesa sarebbe stata sostituita nel 1666 da una nuova costruzione dedicata ai Santi Matteo e Filippo Neri (Visita Archinti 1614-1615, note).
Attigua alla chiesa di Santa Maria esisteva la cappella dedicata ai Santi Ambrogio e Carlo di cui era titolare la confraternita dei disciplini, eretta nel 1514. Nella parrocchia di Mazzo erano istituite le confraternite del Santissimo Sacramento e quella della Dottrina Cristiana (Antonioli 1990).
Verso la fine del XVIII secolo il clero della parrocchia arcipresbiterale di Mazzo comprendeva, oltre all'arciprete, cinque canonici coadiutori. Nella parrocchia di Mazzo era rimasta solo una piccola confraternita e un Monte di Pietà eretto nel 1709 a sussidio delle famiglie indigenti. La popolazione della parrocchia era di circa 900 anime (Quesiti Amministrazione Adda e Oglio, 1798).
Nel 1892, anno della visita pastorale del vescovo Andrea Ferrari, Mazzo era sede di vicariato. La rendita netta del beneficio parrocchiale era di lire 1235.74; la rendita netta del beneficio coadiutorale era di lire 807.91; la rendita netta dell'altro beneficio coadiutorale era di lire 456.23. Entro i confini della parrocchia di Mazzo, di nomina libera, esistevano gli oratori di Santa Maria, di San Carlo, di proprietà della confraternita del Santissimo Sacramento, di San Giovanni Battista, di Sant'Abbondio, di San Matteo nella contrada Vione e San Filippo Neri. Nella chiesa parrocchiale di Santo Stefano di Mazzo era istituita la confraternita del Santissimo Sacramento, sia maschile che femminile, che risultava eretta canonicamente nel 1753; la sezione femminile, forse esaurita nel tempo o non attivata, era stata ripristinata nel 1886; esistevano anche la confraternita del Santissimo Rosario, la pia aggregazione del Terz'Ordine di San Francesco d'Assisi e la compagnia di San Luigi. Il numero degli abitanti era di 1505. Il clero era costituito dal preposito e da due canonici (Visita Ferrari, Vicariato di Mazzo).
Nel corso del XX secolo, la parrocchia di Mazzo è sempre stata sede vicariale, fino al decreto 29 gennaio 1968, mediante il quale furono istituite le zone pastorali nella diocesi di Como, in seguito al quale fu assegnata alla zona pastorale XIV dell'Alta Valtellina e al vicariato di Mazzo (decreto 29 gennaio 1968) (Bollettino Ecclesiastico Ufficiale Diocesi di Como 1968); con il decreto 10 aprile 1984 fu inclusa nel vicariato C dell'Alta Valtellina (decreto 10 aprile 1984) (Bollettino Ecclesiastico Ufficiale Diocesi di Como 1984)
ultima modifica: 03/03/2004
[ Alessandra Baretta ]
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