comune di Viggiù sec. XIV - 1757
Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano, del 1346, appare, tra le località della pieve di Arcisate che contribuivano alla manutenzione della strada di Bollate, un luogo chiamato “Viglue”, che corrisponde all’attuale Viggiù (Compartizione delle fagie 1346, p. 29). Viggiù, con le altre località della pieve di Arcisate, divenne feudo degli Arcimboldi dal 1484.
Nei registri dell’estimo del ducato di Milano del 1558 e nei successivi aggiornamenti del XVII secolo Viggiù risultava ancora compreso nella medesima pieve (Estimo di Carlo V, Ducato di Milano, cart. 4).
Dal 1727 il feudo venne concesso al conte Giulio Visconti Borromeo Arese (Casanova 1930).
Secondo le risposte ai 45 quesiti del 1751 della II giunta del censimento, la terra pagava al feudatario 550 lire all’anno per il dazio dell’imbottato.
La giustizia era amministrata dal podestà Giuseppe Viano Beltramini, che doveva risiedere in Arcisate, capo di pieve, dove era posto l’ufficio, e che riceveva anche le denunce da parte del console del comune. La paga del podestà era di 58 lire e 15 soldi all’anno. Relativamente al maggior magistrato, le denunce venivano portate al regio ufficio di Varese, ma non si prestava alcun giuramento né all’uno né all’altro ufficio.
Il comune aveva un consiglio particolare, composto da sei reggenti e quattro deputati. Ai sei reggenti erano affidate l’amministrazione e conservazione del pubblico patrimonio e la vigilanza sulla giustizia dei pubblici riparti.
Il cancelliere risiedeva a Viggiù e le pubbliche scritture si conservavano da alcuni anni in un vestaro che si trovava presso uno dei maggiori estimati. L’emolumento del cancelliere era di 65 lire annue, compresi i riparti, la ricognizione delle partite che si davano all’esattore, i mandati che si spedivano al medesimo, i trasporti che si facevano al catasto, i due notificati dei grani che si facevano annualmente e altre cose che occorrevano nella comunità.
Il comune non disponeva di procuratore o di agente in Milano (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3037, vol. D XIX, Como, pieve di Arcisate, fasc. 11).
ultima modifica: 13/10/2003
[ Claudia Morando, Archivio di Stato di Varese ]
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