comune di Ispra con Cassina d'Inquassi 1730 - 1757
L’aggregazione a Ispra di Cassina d’Inquassi fu stabilita nel 1730 dalla giunta del censimento.
Dalle risposte ai quesiti del 1751 apprendiamo che il comune era infeudato al conte Renato Borromeo, cui si pagavano annualmente 80 lire. Il giudice feudale era il causidico Antonio Maria Bosso, abitante in Luino, a cui si versavano per salario annuale 50 lire e 8 soldi. La comunità disponeva di un console, che prestava il suo ordinario giuramento alla banca criminale del vicario del Seprio in Gallarate.
Non vi era consiglio particolare nè generale, ma un pubblico parlamento, i capi del quale erano due deputati, che venivano eletti dagli abitanti di tre in tre anni con la nomina di 12 soggetti dai quali venivano estratte due persone, che gestivano l’amministrazione del patrimonio comunale e controllavano l’esattezza del riparto dei carichi. L’incarico di console era attribuito con rotazione mensile per ogni uomo, e consisteva soltanto nel portare le denunce criminali.
Il cancelliere era residente in loco e conservava nella propria abitazione i libri e le pubbliche scritture. Al cancelliere erano assegnate annualmente 45 lire.
La comunità non aveva in Milano procuratore né agente.
Le anime collettabili e non collettabili erano 412 (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3035, vol. D XV, Como, fasc. 5).
ultima modifica: 13/10/2003
[ Claudia Morando, Archivio di Stato di Varese ]
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