comune di Varese 1757 - 1797
Nel compartimento territoriale del 1757 Varese risultava capo della pieve omonima (editto 10 giugno 1757). Lo stesso anno, il 19 agosto, veniva emanata la “Riforma al governo della comunità di Varese”. La riforma aboliva la divisione in squadre. Veniva determinata la riunione del convocato dei possessori estimati del distretto, cui potevano partecipare tutti coloro che raggiungevano 600 scudi d’estimo. Le adunanze del convocato dovevano tenersi ordinariamente due volte l’anno, la prima volta nel mese di ottobre per ricevere il rendimento dei conti presentato dai deputati dell’estimo; la seconda nel mese di novembre per l’elezione dei nuovi deputati e delle altre cariche e per dare istruzioni sulla nuova imposta. L’amministrazione degli affari pubblici era affidata a due altre istituzioni, la reggenza e la deputazione dell’estimo. La reggenza era composta da sei persone, elette dal convocato e scelte tra i membri dello stesso convocato mediante votazione segreta. I reggenti rimanevano in carica per tre anni e si occupavano di tutte le questioni amministrative riguardanti soprattutto i diritti, le nomine dei magistrati e funzionari, la cura del decoro del borgo. Dopo l’elezione dei membri della reggenza si teneva quella dei deputati dell’estimo. I membri, ai sensi della riforma del 30 dicembre 1755, erano cinque: tre estimati, scelti fra i partecipanti al convocato, e inoltre il deputato per il personale e il deputato per il mercimonio. I tre estimati erano selezionati secondo una procedura specifica. Il primo era scelto, mediante elezione, tra i tre primi estimati del distretto; gli altri due erano eletti tra i sei membri della reggenza. I deputati dell’estimo si interessavano di tutte le questioni aventi rilevanza economica e patrimoniale, cioè in particolare le entrate comunali, le imposte, i riparti e le spese comuni. I deputati curavano anche la redazione del catalogo di tutti gli aventi diritto a partecipare al convocato generale. Sia alle riunioni del convocato che a quelle della reggenza partecipava il podestà, in qualità di assistente regio, che poteva essere sostituito dal primo dei reggenti o dei deputati. Gli altri ufficiali della comunità erano due revisori dei conti, scelti nel mese di novembre tra gli esponenti del corpo degli estimati, un cancelliere e un vicecancelliere, un commissario o tesoriere, un sindaco, un portiere, quattro consoli e due bidelli. Per tenere i rapporti con Milano era prevista la nomina annuale di un assistente residente in questa città. Il cancelliere, con il compito di occuparsi specialmente degli affari del borgo, e il vicecancelliere, che aveva competenza particolare sulle questioni riguardanti la pieve, fornivano assistenza alle riunioni degli organi collegiali e partecipavano a tutte le numerose incombenze del comune. Il commissario o tesoriere della comunità doveva essere scelto ogni tre anni “con precedenza d’incanto”. La carica di sindaco doveva essere esercitata unitamente a quella di ragionato da un’unica persona. Il portiere e i quattro consoli, il cui numero poteva però subire modifiche, secondo le esigenze della comunità, erano a disposizione della deputazione dell’estimo e della reggenza; i bidelli operavano al servizio della reggenza e dell’ufficio delle vettovaglie (editto 19 agosto 1757 a).
Nel 1764 la popolazione del territorio ammontava a 5743 abitanti, di cui 2357 abitavano nel borgo. Nel 1765 Varese venne concessa in feudo non trasmissibile a Francesco III d’Este. Nel 1780, alla morte del duca, si tornò alla situazione precedente.
Nel 1771 Varese contava 18.069 abitanti (Statistica anime Lombardia, 1771).
Nel compartimento territoriale della Lombardia austriaca del 1786, il comune di Varese, capo di pieve, con le sue castellanze, venne inserito amministrativamente nella provincia di Gallarate (editto 26 settembre 1786 c). Lo stesso anno vennero istituite a Varese l’intendenza politica e la pretura. Venne invece soppressa la reggenza, mentre continuavano a esistere i deputati all’estimo. Il 20 ottobre 1787, con decreto del consiglio di governo, avvenne il trasporto da Gallarate a Varese dell’intendenza politica provinciale, i cui atti cominciarono ad essere emanati dal novembre dello stesso anno (Giampaolo, Cartografia). In tal modo Varese sostituiva Gallarate come capoluogo della provincia, che peraltro fu soppressa subito dopo. Nel 1788, con la morte della principessa Melzi, terza moglie del duca Francesco III, vennero a cessare i diritti feudali su Varese che avevano ritardato l’insediamento delle istituzioni provinciali. Nel 1791 alcuni deputati dell’estimo chiesero il ripristino della reggenza, che fu concesso nel 1794 ma divenne operativo solo nel 1796 (Brambilla 1874, vol. I, pp. 292-294). Nello stesso anno avvenne la soppressione delle intendenze politiche provinciali. Secondo il compartimento del 1791 i comuni della pieve di Varese facevano parte del distretto XXXVI della provincia di Milano (Compartimento Lombardia, 1791).
ultima modifica: 03/04/2006
[ Claudia Morando, Archivio di Stato di Varese ]
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